«Puntare sul riuso delle aree dismesse»

“Nuove tecniche di bonifica & ri-usi temporanei - il caso studio dell’area Petrolchimico a Porto Marghera”. È il titolo della tesi di laurea in “Pianificazione e politiche per l’ambiente” allo Iuav di Venezia, di Gianluca Zanatta, 25 anni – nato a Mestre e residente da tempo insieme alla sua famiglia a Trebaseleghe in provincia di Padova – che attualmente sta svolgendo uno stage negli uffici della Città Metropolitana. La sua tesi, che ha come relatrice la docente Stefania Tonin, si è guadagnata il secondo premio del concorso intitolato alla giornalista Laura Conti. Un concorso che la Fondazione Icu e l’Ecoistituto del Veneto Alex Langer promuovono da ormai 18 anni per valorizzare tesi di laurea in campo “consumeristico e ambientale” mettendo in palio tre premi da 1000, 500 e 250 euro ciascuno.
«La tesi di Gianluca Zanatta» recita la motivazione del premio «è un lucido sguardo che non cade nel tecnicismo e che riportando altre esperienze sa far volare la fantasia con progetti pur economicissimi e, nel centenario di Porto Marghera meriterebbe una divulgazione come libro più volto al futuro che al passato».
«L’idea della tesi» spiega lo stesso Zanatta « è maturata essenzialmente durante il periodo di tirocinio curriculare svolto presso uno studio di architettura al parco Vega di Porto Marghera. Nel corso dei 2 mesi di esperienza ho affrontato un’analisi di fattibilità a lungo termine sull’area industriale di Porto Marghera inerente al progetto “+100” per il centenario dell’area industriale». Di ricerche e tesi sul passato, il presente e il futuro di Porto Marghera ne esistono fin troppe, ma la particolarità di quella elaborata da Gianluca Zanatta – come spiega lui stesso «è di aver voluto considerare, in maniera specifica per un’area ristretta e non per la totalità dell’area industriale, le nuove tecniche di bonifica per siti contaminati e i ri-usi temporanei per aree industriali dismesse o in abbandono con l’obbiettivo, oltre a quello di accrescere il mio bagaglio culturale personale, è quello di prendere in considerazione due caratteristiche di assoluta rilevanza per l’area di Porto Marghera e visualizzarle in un’ottica di innovazione e sviluppo futura».
In sostanza, la tesi elabora l’idea di considerare le nuove tecnologie in campo di opere di bonifica dei siti contaminati si prefigge di utilizzare «gli sviluppi fatti negli ultimi anni in questo campo, cercando di evidenziare le possibili applicazioni che rispondano a criteri vantaggiosi in termini di efficienza del trattamento, tempistiche e costi d’intervento». L’idea, invece, dei ri-usi temporanei «si basa essenzialmente nel considerare la parte dell’area industriale in abbandono cercando di ipotizzarne un suo nuovo utilizzo».
Utilizzo o ri-uso, non prevedono «l’esborso di ingenti somme di denaro ma che vuole esaltare le tecniche del riuso stesso e del riciclo per generare nuovi spazi e nuove idee per aree degradate che apparentemente sembrano non avere più valore, ma che se guardate con la giusta prospettiva possono dare ancora molto». (g.fav.)
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