Punta San Giuliano, persi 40 centimetri di fondale in 10 anni
La Canottieri Mestre lancia l’allarme: «Servono interventi contro l’interramento». Se continua così il polo nautico tra pochi anni rischia di essere inutilizzato

«Fra poco faremo le maratone a piedi, non le veleggiate».
Si rischia infatti di arrivare al risultato paradossale di avere un polo nautico nuovo di zecca ma senza la possibilità di pagaiare a Punta San Giuliano, dove le società sportive faticano sempre più a calare le barche a causa di un livello dell’acqua che si abbassa a ritmo allarmante.
L’allarme dei canottieri
«L’interramento continua, abbiamo perso 40 cm di fondale negli ultimi dieci anni: così questo tratto di laguna diventa terraferma».
E’ l’allarme-appello lanciato dal presidente della Canottieri Mestre, Franco Mazza. Nei giorni scorsi il centro ha anche organizzato un open day per far vedere il centro e presentare le attività rivolte a grandi e piccoli.
Il problema dell’interramento ovviamente riguarda tutti i tipi di imbarcazioni: dalle canoe alle barche a vela, fino alle tradizionali venete.
«Fino a quindici anni fa si navigava anche sulla secca», spiega Paolo Cuman, vicepresidente della società, «adesso o la barca si arena o in canoa non riesci nemmeno a pagaiare». Un rischio concreto anche per le imbarcazioni a deriva fissa, che si incagliano facilmente.
«Una settimana fa, con soli dieci centimetri d’acqua, un ragazzo del Polo è rimasto bloccato: nemmeno le barche più piatte riuscivano a raggiungerlo», aggiunge Mazza.
Le cause dell’interramento
Le cause? «Lo sbarramento del Ponte della Libertà che agisce come una diga, ostacolando il ricambio tra laguna nord e sud, favorendo l’accumulo di sedimenti, oltre il compattamento delle alghe, che rende l’acqua sempre più torbida», prosegue il presidente.
Si aggiungono le conseguenze dei cambiamenti delle maree e i lavori sulle condotte dell’acquedotto e del gasdotto, «che rischiano di vanificare l’apertura delle arcate del Ponte della Libertà, non permettendo alle correnti di muoversi», prosegue il presidente.
Le richieste
Le richieste non mancano: dragare i canali e attivare al più presto il barcavelox per contenere il moto ondoso.
«Se tutti rispettassero il limite di 7 km/h sarebbe perfetto, ma c’è chi arriva anche a 50, con le onde che ci danneggiano i pontili. Qui passa di tutto, c’è una concessione Actv con il passaggio di motoscafi, barche da lavoro... L’estate ci spaventa, con i diportisti della domenica che sfrecciano verso Pellestrina per il pranzo» prosegue Mazza.
La situazione è già degenerata: «A dicembre abbiamo sporto denuncia dopo che un ragazzo, ignorando i limiti, ha persino fatto slalom tra le nostre canoe. Ha urtato dei bambini di otto anni».
La Canottieri Mestre
La Canottieri Mestre festeggia il boom di iscritti, che ha raggiunto quota 800, mentre sono 1700 i membri di tutto il polo tra Canoa Club Mestre, Circolo della Vela Mestre, Circolo Casanova, Voga Veneta Mestre e Canottieri Mestre.
«Il nostro obiettivo», afferma Mazza, «è promuovere uno sport ludico e inclusivo, in un ambiente sano e protetto, aperto anche a chi non ha ambizioni agonistiche, con corsi dedicati agli over 70 e a chi ha problemi di salute, come la voga leggera per ex infartuati e dragon boat per le donne operate al seno». —
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