«Punire chi usa i laboratori cinesi»
VIGONOVO. «La concorrenza sleale sta strangolando l’imprenditoria rivierasca del settore tessile e della calzatura. Se non si fermano, insieme agli imprenditori cinesi che non rispettano le regole, i colleghi rivieraschi che ordinano le merci da loro, si ripeterà il disastro capitato a Prato».
A dirlo con un urlo di disperazione ieri in sala consigliare a Vigonovo sono stati gli imprenditori del settore che raccontano lei tante difficoltà accresciute dalla presenza di aziende cinesi che non rispettano alcuna regola, ma che sono utili a chi poi vende un “Made in Italy” di fatto inesistente. La Lega Nord intanto con l’onorevole Emanuele Prataviera (nella foto) fa un passo in più, porterà in Parlamento una proposta di legge che punta a rendere più stringenti i controlli anche sui committenti, sanzionandoli in modo pesante insieme ai laboratori clandestini cinesi che sono una vera e propria fabbrica di schiavi.
A raccontare le difficoltà causate da chi si serve della concorrenza sleale, sono gli stessi imprenditori. «Sono il titolare – spiega Luca Marchiori – di una tranceria di pelle e tessuti per la calzatura di proprietà della famiglia da 27 anni. Avevo 15 dipendenti lo sorso anno, ma a causa della concorrenza sleale nel giro di pochi anni sono stato costretto a lasciarne a casa 3 mentre. Ora siamo in 12 lavoriamo solo 7-8 mesi all’anno e siamo costretti a produrre materiale per 120 mila paia di scarpe, quando le nostre potenzialità sono per 220 mila. Dove sono finite le ordinazioni per altre 100 mila paia di scarpe? Sono state ordinate ai laboratori cinesi che lavorano a basso costo perché come si è visto non rispettano le più elementari leggi sulla sicurezza e sul lavoro».Una testimonianza simile da Rita Simionato storica titolare di un tomaificio di Vigonovo che ora gestisce la figlia: «Avevamo 22 dipendenti, ora solo 14. Il problema è che rischiamo di perdere quote di mercati sia a causa di un livello di tassazione insopportabile che a causa della concorrenza sleale».
La Lega Nord è decisa ad agire, in accordo conla Filtem - Cgil. «Qui rischiamo di perdere tutto - dice Prataviera - Per questo nella proposta di legge, sono indicati nuovi strumenti che permetteranno di sanzionare ed indentificare con precisione tutti i soggetti coinvolti nel processo di delocalizzazione in loco, che spesso è concorrenza sleale». (a.ab.)
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