Pulizie a scuola, stabilizzazione ad ostacoli

L’obiettivo è sostenuto anche dalle organizzazioni dei lavoratori: stabilizzare con l’assunzione pubblica diretta le lavoratrici - quasi tutte donne - che si occupano della pulizia delle scuole, negli appalti cosiddetti storici, oggi dipendenti delle cooperative o delle società vincitrici degli appalti. Solo che i criteri stabiliti dalla legge per l’internalizzazione e il via alle assunzioni Ata rischiano di trasformarsi in un boomerang, lasciando a casa, nelle sole scuole del Veneziano, 65 addette alle pulizie. I criteri per l’internalizzazione dei dipendenti degli appalti storici - dal primo gennaio del 2020, formalmente avverrà tramite un concorso - sono l’aver lavorato almeno 10 anni per le scuole pubbliche, essere dipendenti della cooperative che operano come addette alle pulizie nelle scuole, e il possesso del titolo di licenza media (alcune sono tornate sui banchi di scuola quest’anno proprio per accedere al concorso). Nel Veneto ci sono quasi 600 addette alla pulizie, dipendenti della Rekeep (il nuovo nome della Manutencoop) di cui poco più del 60% hanno i requisiti di anzianità dei dieci anni. E non sempre per colpa loro. Infatti se - stando ai calcoli elaborati dalla Uil Trasporti - 152 lavoratrici sicuramente non hanno i requisiti perché sostanzialmente assunte dopo il 2014, ci sono una settantina di lavoratrici che, come spiega Daniele Zennaro della Uil Trasporti, «potrebbero non avere i requisiti perché in fase di cambio di appalto, nel 2014, non è stato fornito il dato di anzianità maturato in precedenza». Una situazione che sta preoccupando molte lavoratrici, passata dall’euforia per la possibilità di essere assunte in via definitiva, senza passare ogni 4-5 anni da un cooperativa all’altra, alla paura di rimanere a casa, senza un lavoro.
Nel complesso le lavoratrici che rischiano di restare a casa, nel Veneziano, sono 65. Dipendenti che, negli ultimi anni, hanno già visto il monte ore ridursi di molto - negli scorsi ci furono anche molte proteste nel Veneziano da parte dei genitori degli studenti per le scuole sporche - tanto che la maggior parte oggi lavora tra le 12 e le 15 ore alla settimana. «Nella discussione al tavolo nazionale», aggiunge Zennaro, «bisognerà assicurare l’occupazione anche a tutte queste lavoratrici che, pur operando in regime di appalto, si troverebbero a casa dal primo gennaio del prossimo anno». Un confronto che il sindacato vuole aprire anche a livello locale, coinvolgendo Comune, Regione e prefettura di Venezia. —
Francesco Furlan
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