Pulizia anti degrado in via Costa. Insieme tra vicini: "Riprendiamoci la strada"

Residenti con guanti e sacchetti della spazzatura: «Ci rimbocchiamo le maniche»

MESTRE. Hanno preso guanti, rastrelli, sacchi dell’immondizia, e si sono messi a ripulire la zona ricompresa tra via Costa e il parco di Altobello da carte, cartacce, bottiglie, ma anche erba alta e escrementi di cane abbandonati qua e là. All’ora di pranzo avevano raccolto mucchi di spazzatura. Loro sono un gruppo di residenti in via Costa, che da poco ha anche una pagina Facebook, convinti che per cambiare le cose bisogna rimboccarsi le maniche e mettersi al lavoro. Ieri a ripulire strade e aree verdi c’erano anche abitanti di via dello Squero, via Fornace, via Altobello, via Mestrina, persino di via Milano.

«L’obiettivo», spiega una rappresentante del gruppo Mestre in Transizione, «è creare relazioni dentro la città per promuovere un cambiamento dal basso. Piccole cose: abbiamo, ad esempio, messo in piedi un laboratorio dove abbiamo creato un orto urbano, ci piacerebbe dar vita a un orto sociale. Abbiamo iniziato a promuovere le “camminate” al giovedì sera, c’è un gruppo che corre e un gruppo di persone che cammina per il quartiere».

Proseguono: «Questa è la prima uscita che dedichiamo alla pulizia della zona, una sorta di giornata “ecologica”, alla quale ha partecipato gente diversa, ognuno con la sua voglia di fare». Ieri durante la pulizia è stato trovato un po’ di tutto. E c’è chi spiega che l’ultima parte di via Costa, specialmente, quella che guarda lungo il canale, è abbandonata tanto che ci si trova di tutto, anche qualche siringa. «Questa è un’isola pedonale», precisa un abitante, «la pulizia andrebbe fatta sempre e quotidianamente con guanti, rastrelli, sacchi». «Crediamo che il cambiamento vada fatta a partire dove si vive», spiega una rappresentante del gruppo, «speriamo che quello che abbiamo fatto oggi, possa avere uno sviluppo e una continuità nel tempo».

Con i volontari del decoro Spinea risparmia
LAZZARINI SPINEA PARCO NUOVE GEMME. k

 

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia