Pugni alla vigilessa sabato, lunedì l’aggressore è tornato
MARCON. Era di nuovo lì lunedì, davanti al Penny Market all’entrata del paese, a chiedere la carità. James Osaro, nigeriano di 37 anni processato e condannato a un anno e nove mesi dopo aver aggredito la vigilessa marconese che gli aveva notificato l’atto di espulsione, è tornato a Marcon: oltre al danno la beffa. Mentre tutti esprimono solidarietà all’agente e il sindaco si prepara ad incontrare i cittadini che hanno contribuito a far arrestare il nigeriano, lui è tornato sul luogo del reato. Il sindaco Andrea Follini si sfoga: «Possibile che di fronte a un fatto simile non ci sia uno strumento che lo faccia perlomeno allontanare da qui? Cosa doveva fare, uccidere la vigilessa? Di fronte al suo atteggiamento di strafottenza, noi siamo colti da una rabbia impotente».
Domenica il sindaco aveva postato tutto il suo sconcerto su Facebook: «La vigliacca aggressione subìta dalla nostra agente è un atto grave, che lascia sgomenti per la sua ferocia». Follini ha ringraziato i residenti che si trovavano sul posto sabato: «Con il comandante vorremmo incontrare queste persone nei prossimi giorni per dir loro grazie per non essersi girati dall'altra parte e per aver dimostrato che la nostra è una comunità che si regge su valori importanti. L’aggressore è libero non per colpa o superficialità dei magistrati, ma per una legge che non dà margini d'intervento più restrittivi, come ci si aspetterebbe per un comportamento così grave. Una legge che a salvaguarda di chi si comporta bene, punisca severamente chi si comporta male. Questa è la cosa che ad un operatore di polizia fa più male».
Sulla questione interviene anche il consigliere della Lega e segretario di sezione, Matteo Romanello: «L’aggressione di un pubblico ufficiale è un segnale preoccupante, considerato che l’ uomo avrebbe potuto essere armato e le conseguenze molto più gravi. La situazione è completamente diversa da quello che ci vuol far credere il sindaco, questi avvenimenti sono un segnale di come questa giunta sia lontana dai cittadini».
«Chiediamo la certezza della pena», è intervenuto il presidente del consiglio comunale, Arcangelo Varlese, «perché chi delinque è consapevole che rimarrà impunito. L'unico modo per ridurre la criminalità è far capire a queste persone che chi sbaglia paga, con la galera».
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