Provincia di Venezia, Grillo primo partito in 32 Comuni

Il territorio cambia pelle, in Riviera del Brenta e nel Miranese la roccaforte del Movimento 5 Stelle. Pd in difficoltà
20130206 - MARGHERA (VE) - POL - PIAZZA MERCATO - TSUNAMI TOUR: BEPPE GRILLO A MARGHERA. BEPPE GRILLO PARLA AL PUBBLICO. Alvise Busetto/Photojournalist/B&SPress/Bolzoni.Lapresse.
20130206 - MARGHERA (VE) - POL - PIAZZA MERCATO - TSUNAMI TOUR: BEPPE GRILLO A MARGHERA. BEPPE GRILLO PARLA AL PUBBLICO. Alvise Busetto/Photojournalist/B&SPress/Bolzoni.Lapresse.

MESTRE. Vedono tutti le stelle, soprattutto quelli che non le hanno nel simbolo: i partiti sono come un pugile confuso e frastornato, con i guantoni chiusi a parare i colpi dell’avversario, nella speranza di scivolare via dalla morsa e contrattaccare prima di essere obbligato a gettare la spugna. Il prossimo round è già fissato: le amministrative di maggio.

La nuova geografia politica macchia del giallo delle Cinque stelle di Grillo tutta la provincia: il Movimento di Grillo è, alla Camera dei Deputati, il primo partito in 32 comuni su 44, con percentuali sopra il 30% nell’area del Miranese e della Riviera del Brenta e una media provinciale del 29,15%. Al Partito democratico restano otto municipi, tra i quali Venezia, mentre il Pdl si difende su quattro, nel Veneto orientale, dove la Lega, nonostante riesca a mandare a Roma il giovane segretario Emanuele Prataviera, è praticamente sparita. Non sarà facile per i partiti liberarsi dall’accerchiamento, da quella frase di Grillo urlata dai palchi di mezza Italia - «Arrendetevi, siete circondati» - ha portato al voto, oltre agli attivisti che conoscono e credono nel programma su energie sostenibili, reddito di cittadinanza e azzeramento dei finanziamenti ai partiti, anche coloro che, come si dice al bar, «Ci siamo stancati». Come la Lega Nord di vent’anni fa. «Ma che Grillo avrebbe pescato molti voti dalla Lega era prevedibile» spiega Paolo Feltrin, politologo e analista politico «ma il vero dato sotto-stimato è sull’appeal di Grillo nei confronti del Pd e del centrosinistra in generale, i veri sconfitti di questa elezioni». Grillo, dice Feltrin, si è comportato come un’idrovora: pescando dalla Lega Nord a Rivoluzione civile di Ingroia, passando per Pdl, Pd e Sel: «Una trasversalità che in Parlamento potrebbe essere un elemento di forte criticità».

Un rischio che per ora non scalfisce la festa ai grillini che, non ancora archiviato il voto di domenica e lunedì scorsi, pensano alle elezioni amministrative di primavera, quando si voterà per eleggere i sindaci di San Donà, dove adesso governa Francesca Zaccariotto, (Grillo è al 25,23%), San Stino di Livenza (24,62%), Martellago (32,62%) e Pianiga (35,60%). Miranese e Riviera del Brenta sono le zone dove il Movimento ha raggiunto i risultati migliori, con il picco di Vigonovo (36,52%). Non è un caso, dicono i volontari, che sia l’area dove il Movimento è più rappresentato nelle istituzioni: oltre al caso di Mirano, con il sindaco grillino Alvise Maniero, ci sono tre consiglieri a Mirano, una a Santa Maria di Sala, uno a Vigonovo e uno a Campolongo. «Per Martellago è quasi pronta la lista, e anche per gli altri comuni ci sono buone possibilità», dice Nicola Mainardi, 39 anni, operaio Vynils e anima del Movimento a Santa Maria di Sala. Il Pd resta il primo partito a Cavarzere, Fossalta di Portogruaro, Noventa, Portogruaro, San Stino, Teglio e Venezia, dove però legge come campanelli d’allarme i voti ottenuti da Grillo a Favaro e Marghera. Tra i Comuni “ceduti” a Grillo ci sono Spinea, e Mirano. Rispetto alle politiche del 2008, quando con Veltroni era al 32,27%, il Pd ha perso nel territorio oltre 42 mila voti. «Il Pd» ammette Michele Mognato, segretario provinciale del partito «è deluso, il risultato non è confortante perché è chiaro che una parte del nostro elettorato è andato verso Grillo».

«La differenza tra Camera e Senato è evidente, a Venezia ci sono tre punti percentuali di differenza» aggiunge «perché non riusciamo a intercettare il voto giovanile». Dei quattro comuni dove si andrà a votare due sono guidati dal Pd, San Stino e Martellago, dove «è sempre stato realizzato un programma valido di governo tra centro e sinistra».

Per decidere chi sarà il candidato, anticipa Mognato, saranno fatte le Primarie, e dovrebbe essere una sfida a tre. Il Pdl resiste soprattutto nel Veneto orientale, dove è il primo partito ad Annone, Eraclea, Caorle e San Michele, dove sfiora il 30% dei consensi. Il 18,05% ottenuto a livello provinciale fa dire a Mario Dalla Tor che «noi siamo la vera sorpresa». «Anche se in alcuni casi siamo superati da Grillo, ci difendiamo bene nelle spiagge, dove ci sono molti piccoli imprenditori» aggiunge «mentre soffriamo nei comuni intorno a Mestre».

E a San Donà, nel confronto tra alleati per la scelta del candidato sindaco, il Pdl si farà forte del 18,84% delle preferenze ottenuto contro il deludente 8.68% della Lega Nord, che alle politiche del 2008 era quasi al 24%. Per il Carroccio è stato uno schianto. «La Lega Nord è stata rifondata, ma paghiamo il conto per l’alleanza con Berlusconi, le vicende del trota e tutto quello che è accaduto nella Lega in questi ultimi anni», sostiene Emanuele Prataviera, segretario del Veneto rientale del Carroccio, dove si salvano solo Musile di Piave e Pramaggiore (11,45%). «Non c’è molto altro da dire, bisogna rimboccarsi le maniche e ripartire».

Argomenti:elezioni 2013

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