Provincia contraria al cemento in laguna
ERACLEA. Riesaminare i volumi edificabili del progetto di Valle Ossi perché, seppure ridotti rispetto all’impostazione iniziale, nel complesso i metri cubi di cemento previsti sono ancora troppi. Valutare con attenzione gli effetti di medio-lungo periodo del rischio idraulico e dell’intrusione del cuneo salino. Ma, soprattutto, valutare l’impatto complessivo del progetto, tenendo conto di tutti gli interventi previsti in quella fascia di litorale.
Sono solo alcune delle richieste contenute in una mozione presentata dal Partito Democratico e approvata all’unanimità, ieri pomeriggio, dal Consiglio provinciale. Al centro dell’attenzione del documento è il progetto «Laguna del Doge» che, presentato dal fondo Numeria, prevede nella zona di Valle Ossi un centro turistico residenziale, con una darsena da di porto. Il progetto attualmente è all’attenzione della commissione regionale di Valutazione d’Impatto ambientale, a cui la Provincia lo scorso novembre ha già inviato un ampio pacchetto di osservazioni preparate da un gruppo di lavoro interdisciplinare. A quel documento tecnico, ora si aggiunge la mozione approvata ieri, su proposta del Pd, e che non nasconde toni critici.
«La mozione è un atto più politico ed esprime le numerose e circostanziate osservazioni su molti aspetti del progetto», spiega il consigliere Pd Lionello Pellizzer, «alla Regione diciamo che non è più possibile valutare solo singolarmente i vari progetti. Vanno esaminati alla luce di quanto succede anche nelle aree circostanti, per misurarne gli effetti cumulativi». In tal senso il documento ricorda che non si può non tenere conto del previsto progetto «Orizzonti Verdi», che dovrebbe sorgere nella vicina Cortellazzo. Un intervento, peraltro, di cui la Provincia non sa ancora nulla, in quanto non ancora esaminato. «Vengono espresse inoltre molte osservazioni riguardanti il fenomeno del cuneo salino, dell’erosione della costa, della gestione dell’area», aggiunge Pellizzer, «da sottolineare che è presente un vincolo paesaggistico su cui la Soprintendenza non si è ancora espressa. Per concludere si chiede un riesame dei volumi edificabili che, seppur già molto ridotti rispetto al progetto originario, sono ritenuti ancora troppo invasivi».
Giovanni Monforte
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