Proteste a Venezia contro la partenza del Giro da Gerusalemme

"Non pedalare per i crimini Israeliani". Manifestazione sotto la sede Rai. "Speriamo che questa decisione degli organizzatori della corsa ciclistica non provochi danni all'Italia"
VENEZIA. “Non pedalare per i crimini isareliani”. Protesta questo pomeriggio in campo San Geremia, sotto la sede Rai di palazzo Labia, per chiedere all’ente televisivo pubblico di fare spostare la partenza del Giro d’Italia, organizzato dal giornale “La Gazzetta dello Sport” da Gerusalemme Ovest.
 
Una partenza che era stata appoggiata dal governo israeliano che sostiene che Gerusalemme è la capitale dello Stato, decisione non riconosciuta dall’Italia nè dalla stragrande maggioranza degli stati dell’Onu.
 
Non solo, quando gli organizzatori avevano cercato di salvare capra e cavoli presentando l'edizione con la partenza a “Gerusalemme Ovest” (la parte est infatti è quella che l’Onu ritiene occupata da Israele in contrasto con il diritto internazionale) i ministri israeliani dello Sport, Miri Regev, e del Turismo, Yariv Levin, avevano minacciato  di ritirare il sostegno di Israele ottenendo che fosse usata la dizione “Gerusalemme” e hanno subito ottenuto quello che volevano.
 
Insomma, mai come quest’anno il Giro d’Italia sembra essersi andato a ficcare in un ginepraio politico internazionale.
 
Per questo molti sportivi questo pomeriggio hanno chiesto di fermare la partenza o spostarla altrove e hanno sventolato bandiere palestinesi “a sostegno”, hanno spiegato, “del  diritto internazionale e per evitare che l’Italia sia etichettata come Paese che appoggia una politica contraria all’Onu e alla pace. Speriamo che il Giro d’Italia non provochi seri danni al nostro Paese”

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