Protestato per un ritardo commerciante vince la causa
Negoziante protestato, vince la causa per diffamazione. Un noto esercente nel settore dell’abbigliamento, titolare di un negozio in centro a San Donà, è stato difeso dall’avvocato Enrico Cancellier dello studio “CFD” di San Donà, il quale ha chiesto al tribunale il risarcimento del danno subito dal suo assistito per una segnalazione inoltrata alla Centrale rischi bancari, avvenuta all’esito del pagamento da parte sua di un assegno postale, ma con un ritardo di poche ore. Aveva in sostanza pagato il fornitore di vestiti con un leggero ritardo, regolando comunque il pagamento in un breve intervallo di tempo il giorno seguente, a distanza di poche ore. Ritardo che, se pur formalmente aveva legittimato la segnalazione alla centrale rischi da parte di Poste Italiane Spa, di fatto aveva fornito una notizia non conforme al vero, ossia che il commerciante potesse essere un “cattivo pagatore”, nonostante la sua solerzia nel regolare l’assegno.
A seguito della segnalazione era derivato il blocco degli ordini, fino alla revoca della segnalazione da parte dello stesso tribunale. Per quasi un anno questa attività non ha di fatto lavorato, potendo vendere solo la merce rimasta e non le nuove collezioni. Il titolare del negozio si è rivolto al suo legale per chiedere giustizia e finalmente l'ha ottenuta con una sentenza che risulta una delle prime in tutta l'Italia nei confronti di Poste italiane.
«Il giudice veneziano», spiega l’avvocato Cancellier, «attento interprete della difficile coabitazione tra tutela del mercato e tutela della privacy, detta alcune regole chiare e innovative su come vada interpretata la normativa in materia, riconoscendo il danno morale a chi suo malgrado non ha visto rispettato il pieno diritto alla corretta diffusione delle notizie commerciali che lo riguardano, con danno del nome su cui ha investito la sua attività economica». «La recente sentenza del Tribunale di Venezia, tra le prime in Italia», precisa l’avvocato, «ha riconosciuto alcuni fondamentali diritti degli utenti di fronte al sistema bancario, facendo chiarezza sul ruolo della buona fede e della collaborazione verso il cittadino, molto spesso parte debole nei rapporti con gli istituti di credito».
Il negoziante sandonatese ha continuato comunque la sua attività e voltato pagina dopo questa avventura. Ora, grazie alla sentenza, si è visto riconoscere il danno subito alla sua reputazione commerciale.
Giovanni Cagnassi
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