Protesta degli Ncc veneziani, nel mirino i decreti Salvini
Corteo degli Ncc da San Giuliano all’aeroporto la mattina di sabato 21 dicembre: «Con queste normative si vuole condannare a morte la categoria»
Una settantina di mezzi degli Ncc, noleggiatori con conducente, sabato mattina hanno rallentato il traffico della città, per correndo il tratto San Giuliano-Aeroporto di Venezia per ben quattro volte, a partire dalle sette e quaranta del mattino e fino alle 14, per protestare contro i decreti del governo che pongono dei paletti al lavoro degli Ncc.
Partenza e ritrovo non più come il 12 dicembre al park di forte Marghera, ma da quello della Motorizzazione civile lungo il Terraglio, da dove poi sono partiti alla volta del centro.
Le auto sono state scortate dalle forze dell'ordine, i mezzi, meno di quelli della scorsa settimana, si sono turnati, a rotazione, visto che qualcuno aveva preso impegni con clienti essendo il periodo natalizio carico di lavoro.
Striscioni e cartelli appesi ai mezzi e l’immagine di San Cristoforo, protettore degli Ncc con tanto di scritta “San Cristoforo salvaci dalla mala politica”.
Tra i punti più contestati del decreto Salvini, quello di non poter più lavorare con hotel, alberghi, agenzie di viaggio e tour operator, in seconda istanza il fatto che per ogni servizio bisogna mandare una lettera al ministero e attendere venti minuti prima di far partire un autista. Infine l’imposizione del foglio elettronico con i dati del cliente, in questo momento oggetto di sospensiva.
A capo dell’iniziativa Luigi Corò del Cmp e Andrei Sturza, presidente del Comitato spontaneo.
I portavoce chiedono che i trasportatori acquei siano sottoposti alle stesse regole e normative degli Ncc di terra e che ai taxi sia applicato il tassametro fiscale.
«Con queste normative e lacci» dicono in coro «si vuole condannare a morte la categoria, lavoratori con famiglia e molte spese». Infine: «La prossima settimana siamo stati convocati in Regione, speriamo sia un primo passo».
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