Protesta alla scuola elementare tutti gli alunni in ritardo di un’ora
VETERNIGO. Famiglie dei bambini più grandi solidali con “i piccoli” di prima elementare della “Papa Sarto”. Astensione dalla prima ora di lezione ed entrata in classe posticipata alle 9 con giustificazione uguale per tutti: «Manifestazione di supporto per protesta delle classi IA e IB scuola Papa Sarto di Veternigo».
Ormai lo scontro aperto tra genitori e organi scolastici nella frazione salese è diventata un caso: l’inizio della seconda settimana di sciopero degli alunni delle due classi prime, tenuti a casa dai genitori per protesta contro una maestra giudicata inadeguata all’insegnamento, si allarga: solidali tutte le famiglie dei bambini delle altre classi, dalla seconda alla quinta, che ieri hanno portato a scuola i bambini un’ora dopo, saltando la prima lezione. Hanno presentato tutti la stessa giustificazione, in sintonia con la protesta dei genitori di prima che prosegue ormai ininterrotta da lunedì scorso.
La rivolta, dunque, si allarga e chiama in causa non solo la scuola, ma l’intero sistema di nomine a ruolo che non sembra dare alcuna garanzia di qualità nell’insegnamento, oltre che di riconoscimento del lavoro di tanti insegnanti preparati e ancora precari. A Veternigo, i piccoli di prima non frequentano la scuola ormai da sette giorni e le vacanze forzate proseguiranno ancora ad oltranza, finché non arriveranno provvedimenti concreti. Che per ora, però, nessuno intravvede: «Non ci bada nessuno», si è sfogata ieri una mamma. E le richieste d’aiuto ormai non si contano più: i genitori hanno scritto agli uffici scolastici territoriale e regionale, all’assessore regionale Elena Donazzan e ad alcuni consiglieri veneti, perfino al Miur e al ministro dell’istruzione Stefania Giannini. L’insegnante in questione resta sotto ispezione, dopo le segnalazioni delle famiglie che hanno denunciato gravi errori di ortografia e metodo, ma a questo punto sotto accusa finiscono i tempi biblici dell’accertamento, che prosegue ormai da oltre un mese e mezzo. Alcuni genitori, nel frattempo, si sono offerti di sostituire la scuola con alcune ore di lezione fai-da-te in casa, per piccoli gruppi. Una forma di protesta ulteriore: «Non avremo titolo per farlo», spiegano, «ma visto come stavano andando le cose in classe, non crediamo di riuscire a far peggio». Dai genitori dei 39 bambini iscritti alle classi prime quest’anno non c’è alcuna intenzione di demordere: in classe non si torna.
Ma alcuni hanno già deciso di ritirare il figlio da scuola: uno, già prima dell’inizio della protesta, è stato iscritto in un altro plesso a Noale, un’altra, in questi giorni, a Mirano, con la concreta possibilità di essere seguiti da tutti gli altri 37, lasciando così sguarnite le classi prime di Veternigo.
Filippo De Gaspari
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