«Proposta entro dieci giorni»
Per una volta a far sentire la loro voce non sono i dissidenti, ma coloro che quel progetto lo vogliono realizzato. Sono gli aderenti al comitato “Siamo Palais Lumière”, gruppo di sostenitori della torre della luce di Pierre Cardin, nato su Facebook e arrivato a poco meno di 8000 aderenti in 45 giorni.
Ieri sera, allo spritz promosso al Molocinque per sostenere le attività del comitato, era presente anche Rodrigo Basilicati, il nipote dello stilista che cura tutti gli aspetti legati all’iter amministrativo per la realizzazione della torre. Oltre un centinaio sono intervenuti ad ascoltarlo, con in prima fila il nucleo dei fondatori: Alvise Ferialdi, Alessandra Tugnolo, Emanuele Dal Carlo, Nicola Eremita, Lilla Peroglio Bollè, Luca Battistella. «Sento questo gruppo molto carico – ha detto Basilicati – e finalmente vediamo che anche chi è a favore di un progetto sente il dovere di farsi sentire,d i gridare il proprio SI».
Nel salutare gli intervenuti Basilicati ha tracciato quelle che potrebbero essere le tappe per l’approvazione del progetto, da qui al 30 giugno, data fatidica per non perdere i terreni. Ha quindi elencato le possibili scadenze. «Nell’arco di una decina di giorni il Comune avrà la nostra proposta di acquisto per i suoi terreni; dai privati ne abbiamo già acquisito il 51%. La Regione può però già avviare l’iter della conferenza per l’accordo di programma e la valutazione di impatto ambientale. A ruota può arrivare il decreto del presidente Zaia che rende effettivo l’accordo mentre in comune, contestualmente può approvare la parte di sua competenza. Basta volerlo, e si può arrivare al traguardo».
Entusiasti i commenti di quanti hanno risposto all’invito per l’aperitivo, dagli organizzatori ai semplici sostenitori. «Non ci sono solo i pochi intellettuali schierati contro il Palais, ci siamo anche noi – ha detto Ferialdi – e siamo in tanti. Vorremmo però sapere da Orsoni se vede un qualche futuro per questa parte di territorio».
I commenti ai discorsi ufficiali sono tutti sulla stessa lunghezza d’onda, reputando che Venezia non possa permettersi di perdere l’ennesimo treno verso una riqualificazione in grado di eliminare la cesura tra Mestre e Marghera, per fare di tutta la terraferma finalmente una vera città. (ro.ma.)
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