«Pronto al confronto ma il parco giochi a Venezia lo voglio fare»

VENEZIA. «Il sindaco Orsoni dice che è contrario alla ruota? Mi stupisce: quando gli abbiamo presentato il progetto, un anno fa, si è detto favorevolissimo, specificando “anche alla ruota” e ce lo ha ripetuto anche a settembre. Per quanto ci riguarda, abbiamo presentato tutto e siamo in attesa della licenza per partire con i lavori». Alberto Zamperla - il Signore dei parchi di divertimento che vorrebbe trasformare Sacca San Bagio da discarica a parco tra educazione e divertimento, parla dalla "sua" Vicenza, dove lo studio Auxo Associati ha allestito una mostra che racconta le molte imprese dell'azienda nel mondo, con una saletta (ovviamente) dedicata a Venezia. Eppure, anche ieri, l'assessore all'Urbanistica, Andrea Ferrazzi, ha detto che il progetto non è mai stato ufficialmente presentato, ma «che dovrà passare al vaglio del Consiglio comunale perché prevede una variante e che, comunque, la ruota - in particolare - è incompatibile, come detto loro fin da principio».
Replica Zamperla, voce pacatissima, misurata, ma toni fermi: «Sono assolutamente pronto al dialogo, il progetto è flessibile, ma bisogna che ci si confronti. Negli altri paesi la gente è chiara e onesta, quel che dice, fa. I passaggi con tutti i livelli politici di Comune e Regione li ho fatti: ci mancherebbe, non avrei mai presentato il progetto altrimenti. Lavoriamo in tutto il mondo, dagli Stati uniti al Nord Corea. Abbiamo fatto i carotaggi e elaborato con un'azienda specializzata un piano di bonifica, che prevede di chiudere l'isola con un "sarcofago" per non alzare le ceneri che si erano depositate al tempo dell'inceneritore».
Come è possibile che sindaco e assessore dichiarino allora che i progetti non sono stati depositati, mentre l'azienda sostiene di essere in attesa della licenza?
L'architetto Lorella Bressanello ricostruisce così: «Abbiamo avuto incontri con la struttura tecnica che fa capo al dirigente Oscar Girotto. Siamo convinti che sia assolutamente compatibile con il piano regolatore e il Pat e che, dunque, necessiti solo di una valutazione di giunta e degli uffici tecnici. Prima di Pasqua, il dottor Girotto ci ha informato di aver inviato il fascicolo alla sovrintendenza, che deve esprimersi: allora abbiamo integrato la documentazione con gli aspetti paesaggistici, per dare alla sovrintendenza tutti gli elementi. Ora siamo in attesa. Il progetto è molto flessibile: racconta la storia e l'ambiente di Venezia, ha edifici che non superano i due piani in altezza». Con le "strutture" - Zamperla non vuole chiamarle attrazioni - si raggiungono i 60 metri».
Per l'azienda, dunque, il parco a tema a Venezia è ben più di un'idea, una realtà sulla quale ha già investito 500 mila euro, «solo in carte e analisi», chiosa l'imprenditore. E le molte critiche piovute su Veniceland: nome che mette di cattivo umore l'imprenditore? «Dicono che porteremo più turisti a Venezia, ma non è vero», prosegue, «semmai li togliemo dalle zone più centrali, intercettando il flusso di chi non sa dove andare e conosce solo Rialto e San Marco, intasando il cuore della città. Offriremo alternative, abbiamo contatti con coop locali per portare le persone in giro per la laguna. Ma soprattutto vogliamo coinvolgere i veneziani».
«Io amo Venezia, ne ammiro la storia e questa voglio raccontarla: sarà un polo diverso da tutti gli altri, dove verranno le scuole per apprendere la storia e l'ambiente in modo interattivo», prosegue l'imprenditore, «non ho economicamente bisogno di questo progetto: lo faccio finchè mi diverto. Sono umorale, ma stia attento chi rompe le scatole», avverta, «perché sono sanguigno e la sfida mi piace: se vuoi incitarmi ad andare avanti, devi provocarmi. abbiamo incontrato la cittadinanza, accolto le loro preoccupazioni circa i rumori: interverremo con barriere verdi. Se tolgo la ruota mi danno la licenza? Deve esserci la volontà. Discutiamo, ma non accetto divieti precostituiti, men che meno il tribunale dell'inquisizione. Sono pronto al confronto, ma finora non c'è stato. Prima di Natale avevamo invitato tutti i consiglieri comunali e gli assessori per presentare il progetto: si è presentato solo Giordani».
L’azienda. Come dice lui, «La Zamperla è la Volkswagen e la Toyota delle attrazioni messe assieme». Un'azienda da 60 milioni di euro di fatturato l'anno, base ad Altavilla Vicentina, dove ha 180 dipendenti (20 assunti questa estate), ma fabbriche anche in Cina, Filippine, Slovacchia, sedi di rappresentanza in Usa, Russia, Emirati Arabi, per un totale di 400 dipendenti, tra i quali sei ingegneri specializzati in meccanica dei solidi per testare le sollecitazioni e resistenze, sei tecnici solo per progettare montagne russe, scambio di studi con la Nasa per testare le sollecitazioni su cuore e polmoni. Le 12 principali attrazioni di Eurodisney nel 1990 gli hanno dato la notorietà aziendale, la rinascita nel 2010 di Coney Island dopo il ciclone la celebrità, la trasformazione in parco divertimenti dell’ex centrale atomica di Kernwasser in Germania la consacrazione; tratta con l'America e con il dittatore nord coreano Kim Jong-il per il suo parco a Pyongyang. Del parco veneziano i numeri sono noti da tempo: nei 40 mila metri quadrati dell'Isola di Sacca San Biagio, di fronte alla stazione Marittima, discarica fino alla fine dagli anni Settanta, presa in concessione dal demanio per quattro anni attraverso la società Doge, la Antonio Zamperla intende realizzare quello che Alberto Zamperla chiama “polo culturale, ambientale e del divertimento”, anche se tutti a Venezia ribattezzato Veniceland, facendolo arrabbiare: un progetto affidato alla cura scientifica di Ca' Foscari. Un'area dedicata alla storia della Serenissima, con tanto di bacino e ricostruzione in 4D della battaglia di Lepanto; un'area ambiente, con la ricostruzione di una barena, con le sue piante, cavane, pesci, molluschi; un teatro aperto a tutti; un'area dedicata al carnevale, questa sì vero e proprio parco divertimenti. Con tanto di montagne russe e ruota da 55 metri.
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