Pronti alla protesta i dipendenti Safilo temono per il posto
Santa Maria di Sala. I sindacati promettono la mobilitazione se l’azienda non ritirerà i licenziamenti e i part-time forzati
SANTA MARIA DI SALA. Sindacati e lavoratori della Safilo di Santa Maria di Sala pronti alla protesta e alla mobilitazione se dall’azienda non arriverà una marcia indietro su possibili licenziamenti, part- time forzati e cassa integrazione. Questa la linea che si è decisa negli stabilimenti di via Noalese dopo 5 assemblee che si sono tenute per tutto il giorno. Assemblee indette dopo che l’azienda ha annunciato di voler lasciare a casa altri 120 precari che si aggiungono i 61 che erano stati lasciati a casa prima di Natale. I dipendenti a tempo indeterminato alla Safilo di Santa Maria di Sala sono 600 circa, e ora anche questi rischiano grosso».
Tutto questo perché l’anno scorso si sono prodotti troppi occhiali che ora tra l’altro rischiano di essere invenduti. Di fatto, oltre ai precari, a Santa Maria di Sala altre 100 persone assunte a tempo indeterminato rischiano il posto di lavoro. Dura la posizione della Filctem Cgil: «Oggi si sono svolte», spiega Davide Camuccio per la Cgil, «le assemblee sindacali nello stabilimento Safilo di Santa Maria di Sala. Le assemblee hanno dimostrato tutta la preoccupazione delle lavoratrici e dei lavoratori della Safilo in quanto il quadro che si prospetta per il 2018 non è per niente rassicurante. Il calo produttivo, l’innalzamento spropositato del magazzino di Padova, sono frutto di una gestione sbagliata che penalizza gli stabilimenti italiani. Il piano industriale 2020 ad oggi non ha portato nessun risultato per quanto riguarda l’internalizzazione di nuove attività produttive negli stabilimenti italiani e tanto meno nello stabilimento di Santa Maria di Sala, non ha potenziato la produzione di marchi propri. Lo stabilimento di Santa Maria di Sala corre un grosso rischio, l’amministratore delegato di Safilo deve prendersi la responsabilità di applicare nelle sue strategie produttive e commerciali il potenziamento degli stabilimenti italiani previsto nel piano industriale concordato nel 2014». Dure le conseguenze con l’annuncio della mobilitazione.
«Nei prossimi giorni incontreremo l’azienda», conclude Camuccio, «per affrontare il problema degli esuberi affermando sin da subito che non accetteremo alcun licenziamento. Nel caso in cui il confronto non dovesse dare esiti positivi metteremo in atto azioni di mobilitazione e protesta». Ferma anche la linea della Femca Cisl con il segretario provinciale Massimo Meneghetti: «Nelle assemblee sindacali dei lavoratori di Safilo», spiega Meneghetti, « si è toccata con mano tutta la preoccupazione dei dipendenti e la necessità di procedere con il confronto sindacale per evitare i licenziamenti e lavorare su strumenti alternativi. I lavoratori e le lavoratrici di Safilo chiedono investimenti, nuove licenze e l'avvio di tutte le iniziative possibili per accelerare l'attuazione del piano industriale e per dare le garanzie occupazionali».
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