“Progetto Venezia”, alberghi nelle isole
VENEZIA. Un albergo di lusso all’Idroscalo. Resort e casette per turisti nel cuore della laguna, nelle isole di Sant’Andrea e delle Vignole. È questo il destino imminente dei beni demaniali in laguna dopo la firma, avvenuta ieri a Milano del «Progetto Venezia», che riguarda la caserma Miraglia e il complesso dell’isola delle Vignole e di Sant’Andrea, per anni sede dei lagunari. La chiamano «valorizzazione», in realtà è una privatizzazione di un bene pubblico prezioso, già vista in passato e tentata anche sull’Arsenale dieci anni fa dal governo Berlusconi.
Adesso si è mosso mezzo governo Gentiloni per firmare a Milano, nella sede della Borsa italiana, il protocollo d’intesa con il Comune. I ministri della Difesa (Roberta Pinotti), dei Beni culturali (Dario Franceschini), delle Infrastrutture (Graziano Delrio), con il direttore dell’Agenzia del Demanio Roberto Reggi e l’ amministratore di Difesa servizi spa. Fausto Recchia. Insieme al sindaco Luigi Brugnaro.
Cosa succederà al complesso dell’Idroscalo-Sant’Andrea- Vignole? Entro un anno il tavolo tecnico, coordinato dal Comune, dovrà pubblicare il bando per cercare finanziatori del progetto. Si tratta di 197 mila metri quadrati con 43 piccoli edifici da restaurare. Le casette dei militari costruite una trentina di anni fa in riva alla laguna con vista mare, in deroga ai Piani regolatori e alle indicazioni della Soprintendenza. E l’Idroscalo, bacino di 800 metri per 70, ideale per le gare di canottaggio, darsena naturale che non ha bisogno idi interventi per essere «valorizzata». «Il complesso si trova in una posizione privilegiata della laguna», recita il comunicato finale, in perfetto stile da agenzia turistica, «a 10 minuti dal canale della Giudecca e a 15 dalla città (isola, ndr) di Murano, presenta condizioni eccezionali in termini di infrastrutture e spazi navigabili». Sicuramente un boccone appetibile. Unico modo, dice il sindaco Brugnaro per risollevare l’area che ha bisogno di interventi per 300 milioni di euro.
Il Comune riceverà in cambio spazi demaniali come la caserma Matter, mentre i lagunari saranno presto trasferiti nella caserma Bafile a Malcontenta. «Ringraziamo le Forze armate per quello che fanno», ha detto il sindaco. Che ha annunciato: «Con questa operazione riusciamo a valorizzare tre immobili del Demanio e a rinforzare la presenza dei lagunari nel territorio».
Resta il dubbio dello «sviluppo turistico» di un’area tra le più pregiate e belle della laguna. «La presenza del ministero dei Beni culturali è una garanzia», dicono in Comune. Ma sono in tanti a guardare con preoccupazione a quello che si annuncia come un possibile «stravolgimento» di un ambiente unico al mondo. Il Piano regolatore parla adesso di destinazione «turistico ricettiva» per le caserme dell’Idrsocalo. Proprio quello che aveva fatto gridare allo scandalo pochi mesi fa comitati e associazioni su un possibile riuso del Forte di Sant’Andrea. Ma in quel caso non si parlava di albergo, ma di una guardianìa per aprire al pubblico la storica struttura simbolo della Serenissima. La parte nord dell’isola è stata stralciata dal progetto che prevedeva di affidare la gestione del parco alla vicina società della Certosa, unificando Sant’Andrea, Vignole e Certosa con ponti mobili galleggianti.
Adesso i militari hanno deciso, attraverso la società Difesa servizi spa, di «valorizzare» il loro bene. E anche Sant’Andrea e le Vignole est diventeranno presto un’isola turistica. Utilizzo «privatistico» contro cui si batte da anni Italia Nostra anche a livello nazionale. «La cosiddetta valorizzazione dei beni demaniali», aveva detto a un recente convegno il presidente nazionale Marco Parini, «si traduce spesso in una privatizzazione. Con una perdita del bene comune per la collettività».
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