Profumi “troppo falsi” per poter ingannare
CAMPAGNA LUPIA. Stando all’accusa, avrebbe messo in commercio nel suo negozio di Campagna Lupia profumi con marchi contraffatti e aveva scelto quelli più famosi, eccone alcuni: Fahrenait, Dolce e Gabbana, Cavalli, Armani, Versace Calvin Klein, Azzaro, Hugo Boss, Ferrari, Ja d’ore e altri ancora. La guardia di finanza ne aveva sequestrato circa cinquecento flaconi e ieri la commerciante cinese è comparsa davanti alla giudice monocratico del Tribunale di Venezia Irene Casol, che alla fine del processo l’ha assolta perché il fatto non sussiste, nonostante il pubblico ministero avesse chiesto una condanna a sette mesi di reclusione. A battersi, invece, per la sua assoluzione il difensore, l’avvocato padovano Daniela Boscolo Rizzo.
I fatti si riferiscono al 21 settembre di cinque anni fa, quando i finanzieri avevano fatto visita nella rivendita della 40enne Liu Jianguo. Ieri, in aula si sono scontrati i consulenti tecnici dell’accusa e della difesa, ma vista la sentenza alla fine è stata la difesa ad avere la meglio. Il perito, tenendo in mano alcuni dei flaconi sequestrati nel negozio, ha letto le scritte e ha mostrato al magistrato di che cosa si trattava. Spesso, l’imitazione dei marchi era semplicemente nel nome, ma l’involucro, di colore verdolino, assolutamente non assomigliava a quello originale al quale si riferiva e anche la scritta spesso non era identica. Il perito della difesa ha escluso anche che potesse trattarsi di un raggiro per il consumatore, visto che su alcune scatole c’era la scritta che si trattava di un’imitazione. Il pubblico ministero, chiedendo la condanna, ha puntato a dimostrare che si trattava di una presa in giro per gli acquirenti, visto che neppure le fragranze che quei profumi imitavano si sarebbero assomigliate. La giudice Casol, alla fine, ha accolto le tesi della difesa a ha assolto l’imputata.
Giorgio Cecchetti
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