Profughi, pressing su Jesolo"Prendetene almeno duecento"

Appello del sindaco di Lampedusa al suo collega Francesco Calzavara. Che però taglia corto: non abbiamo spazi, e poi queste decisioni spettano ad altri enti
Lampedusa invasa dai profughi
Lampedusa invasa dai profughi
JESOLO. «Il sindaco di Jesolo collabori e accolga i profughi nella sua città». Un appello che arriva da lontano, dall'isola di Lampedusa, 200 chilometri dalle coste siciliane, geologicamente sul territorio africano, ma italiana, siciliana, ultimo lembo d'Europa. Oggi la porta d'ingresso per tutti i profughi, e clandestini, del Maghreb. Qui il sindaco, Bernardino De Rubeis, deve governare un'isola famosa per il turismo e le sue spiagge, invase da 5 mila profughi, più o meno quanti i residenti. «Abbiamo saputo che la Lega non li vuole a Jesolo - dice il primo cittadino di Lampedusa - ma il sindaco deve prendere posizione, comprendere che la sua città non può aver paura di 180 ragazzi, perché di ragazzi si tratterebbe, tutti minori, quando noi abbiamo 5 mila profughi sulla nostra isola. Provi a pensare cosa stiamo vivendo a Lampedusa. E' vergognoso sentire che la città non li vuole, che saranno chiusi i cancelli, quando esiste la struttura della Croce Rossa che ha già ospitato dei profughi in passato. Anche Jesolo deve collaborare e se il sindaco dà la disponibilità subito, la sua città potrà aiutare non solo Lampedusa, ma anche l'Italia a risolvere questo problema». Francesco Calzavara, a oltre mille chilometri di distanza, non ci sente. «Vuole che li ospiti a casa mia? - replica - perché qui non ci stanno proprio. Se invece si riferisce alla Croce Rossa, allora non sono io che decido e deve parlare con la Croce Rossa stessa, la Prefettura, la Regione e quindi con gli enti che hanno effettiva competenza nelle decisioni. Ad oggi non abbiamo avuto alcuna comunicazione in merito». Da Roma il senatore Luigi Ramponi, eletto in questa circoscrizione, ha assunto informazioni. «C'è stata una ricognizione generale - spiega il senatore - che ha preso in considerazione il territorio, ma effettivamente non ci sono altre notizie di decisioni che abbiano preso in considerazione Jesolo e adesso attenderemo disposizioni dal ministero dell'Interno». Anche Luca Zaia, dai saloni della Fiera dell'Alto Adriatico di Caorle, aveva assicurato che non sarebbero arrivati profughi sulle coste venete, ma visti numeri della fuga dal Nord Africa, è sempre più difficile crederlo, tanto che a Jesolo qualcuno ha parlato non solo della Croce Rossa, ma anche del Villaggio Marzotto come struttura ospite. Alla vigilia della stagione estiva, Jesolo teme di diventare un nuovo punto di smistamento profughi. La Lega ha già detto no e anche altri movimenti e partiti minacciano azioni eclatanti in una città che risente già del clima elettorale visto che si andrà ad elezioni nel 2012. Cagnassi Giovanni JESOLO. «Il sindaco di Jesolo collabori e accolga i profughi nella sua città». Un appello che arriva da lontano, dall'isola di Lampedusa, 200 chilometri dalle coste siciliane, geologicamente sul territorio africano, ma italiana, siciliana, e ultimo lembo d'Europa. Oggi la porta d'ingresso per tutti i profughi, e clandestini, del Maghreb. Qui il sindaco, Bernardino De Rubeis, deve governare un' «isoletta» famosa per il turismo e le sue spiagge, invase da 5 mila profughi, più o meno quanti i residenti. «Abbiamo saputo che la Lega non li vuole a Jesolo- dice il primo cittadino di Lampedusa- ma il sindaco jesolano deve prendere posizione, comprendere che la sua città non può aver paura di 180 ragazzi, perché di ragazzi si tratterebbe, tutti minori, quando noi abbiamo 5 mila profughi sulla nostra isola. Provi a pensare cosa stiamo vivendo a Lampedusa. E' vergognoso sentire che la città non li vuole, che saranno chiusi i cancelli, quando esiste la struttura della croce rossa che ha già ospitato dei profughi in passato. Anche Jesolo deve collaborare e se il sindaco dà la disponibilità subito, la sua città potrà aiutare non solo Lampedusa, ma anche l'Italia a risolvere questo problema». Francesco Calzavara, a oltre mille chilometri di distanza, non ci sente. «Vuole che li ospiti a casa mia?- replica interrogativo - perché qui non ci stanno proprio. Se invece si riferisce alla croce rossa, allora non sono io che decido e deve parlare con la croce rossa stessa, la Prefettura, la Regione e quindi con gli enti che hanno effettiva competenza nelle decisioni. Ad oggi non abbiamo avuto alcuna comunicazione in merito». Il sindaco di Lampedusa ha già parlato di 180-200 ragazzi tutti minori. Un riferimento preciso, dunque, che spunta all'improvviso e che lascerebbe intuire accordi già presi in merito alla città di Jesolo, anche se il sindaco Calzavara ha più volte detto che finora non ci sono state comunicazioni. Da Roma il senatore Luigi Ramponi, eletto in questa circoscrizione, ha assunto informazioni. «C'è stata una ricognizione generale- spiega il Senatore- che ha preso in considerazione il territorio, ma effettivamente non ci sono altre notizie di decisioni che abbiano preso in considerazione Jesolo e adesso attenderemo disposizioni dal Ministero dell'Interno». Anche Luca Zaia, dai saloni della Fiera dell'Alto Adriatico di Caorle, aveva assicurato che non sarebbero arrivati profughi sulle coste venete, ma visti numeri della fuga dal Nord Africa, è sempre più difficile crederlo, tanto che a Jesolo qualcuno ha parlato non solo della Croce Rossa, ma anche del Villaggio Marzotto come struttura ospite. Alla vigilia della stagione estiva, Jesolo teme di diventare un nuovo punto di smistamento profughi. La Lega ha già detto no e anche altri movimenti e partiti minacciano azioni eclatanti in una città che risente già del clima elettorale visto che si andrà ad elezioni nel 2012. Giovanni Cagnassi

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