Prodotto alimentari, vestiti e anche mobili Emporio solidale, un sogno diventato realtà

Generi alimentari disposti sugli scaffali come in un vero supermercato a disposizione delle famiglie in difficoltà  



«Si associano le cose brutte alla povertà. Per questo abbiamo deciso di costruire un capannone che fosse anche un po’ bello, con una copertura colorata». Parte da qui, don Gianni Antoniazzi, presidente della Fondazione Carpinetum, per raccontate l’avventura dell’emporio solidale, ormai visibile a chi percorre la bretella dell’area commerciale Aev Terraglio. Lì, dove si trovano i centri Don Vecchi, a margine del maxi parco commerciale dove i grandi supermercati si sfidano a colpi di offerte, sta per nascere l’emporio, una sorta di supermercato della solidarietà. E’ il sogno di don Armando Trevisiol che diventa realtà. Quasi 4 mila metri quadrati, tra piano e terra e una parte di piano rialzato. «Se tutto va bene, se non ci saranno casi di Covid tra gli operai che lavorano al cantiere», spiega don Gianni, «siamo in grado di inaugurare l’emporio per la fine di aprile».

L’impegno finanziario per costruire l’emporio è di circa 2,5 milioni di euro. Con il rilascio dell’agibilità da parte del Comune previsto per marzo, poi inizierà il trasloco dell’emporio già esistente, in uno spazio molto più ridotto, nei magazzini del Centro Don Vecchi 2. A occuparsi dell’emporio sarà l’associazione “Il prossimo”, operativa da tre anni, di cui è presidente Edoardo Rivola. «E’ un’associazione che ha messo insieme diverse realtà che si occupavano di fornire servizi». L’emporio funzionerà così: un ingresso sarà riservati all’area dei vestiti, che sarà sviluppata su due piani, e a quella dei mobili. Alcuni saranno esposti mentre altri, donati all’associazione ma ancora nella casa dei proprietari, potranno essere sfogliati su una sorta di catalogo digitale, con foto e video. L’accesso sarà libero. Qualsiasi persona potrà entrare e cercare quel che le serve, lasciando poi un’offerta prima di uscire. Ci sarà poi un secondo ingresso, dedicato al “supermercato solidale”, che dai tradizionali supermercati prenderà l’organizzazione in corsie. L’offerta alimentare oggi poggia su tre gambe: frutta e verdura, prodotti a lunga scadenza che arrivano dal Banco alimentare di Verona, e i prodotti in prossimità di scadenza, che i volontari raccolgono ogni giorno, la mattina, dai supermercati convenzionati, tra i quali ci sono punti vendita della Cadoro, Alì e Coop. «Alcuni prodotti alimentari continueranno a essere consegnati attraverso i pacchi, a famiglie a noi note direttamente, che ci vengono indicate dalle parrocchie o dai servizi sociali, che possono essere in difficoltà anche solo provvisoria», continua Rivola.

Un programma di aiuto nel quale si entra - o dal quale si può uscire - a seconda della condizione economica familiare certificata dall’Isee. Negli scaffali del supermercato, poi, l’accesso sarà libero a tutti. Ci si potrà prendere ciò di cui si ha bisogno, sempre con il meccanismo dell’offerta. «La regola è che ognuno deve prendere secondo il bisogno della propria famiglia», racconta ancora Rivola, «e ci saranno sempre i volontari dell’associazione a controllare. Per fare un esempio: non è che una persona può prendersi dieci pacchi di biscotti». Nel corso del 2020 l’associazione ha distribuito oltre mille pacchi familiari. «Nell’emporio allestito al centro Don Vecchi abbiamo avuto migliaia di presenze, il 2020 è stato un anno difficile per noi, per l’organizzazione del servizio ma soprattutto per molte famiglie», aggiunge Rivoli, «soprattutto in una città come questa dove in moltissimi sono impiegati in lavoratori stagionali legati al turismo, e quindi oggi si trovano a casa». —



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