Processo per il crac della Record Cucine Cambia il giudice

PRAMAGGIORE. Prima era stata respinta, ora, dopo la richiesta avanzata dai difensori di rito abbreviato, la giudice veneziana Roberta Marchiori ha accolto la richiesta e si è astenuta. Ettore Setten,...

PRAMAGGIORE. Prima era stata respinta, ora, dopo la richiesta avanzata dai difensori di rito abbreviato, la giudice veneziana Roberta Marchiori ha accolto la richiesta e si è astenuta. Ettore Setten, il figlio Fabio e l’ex amministratore delegato della storica azienda di Pramaggiore «Record Cucine» Luciano Rebecca saranno giudicati da un altro magistrato, presumibilmente il giudice Alberto Scaramuzza. La giudice, infatti, si era espressa sul loro conto, respingendo il patteggiamento per incongruità della pena frutto dell’accordo tra i difensori degli imputati e il pubblico ministero Stefano Ancilottol. Prevedeva una pena di un anno e sei mesi per il giovane Setten e tre mesi ciascuno per gli altri due, pena da aggiungere a quelle già subite per i fallimenti delle altre società del gruppo. Con l’abbreviato accusa e difesa discuteranno davanti a un altro magistrato, che alla fine, in caso ritenesse i tre responsabili, dovrà applicare lo sconto di un terzo sulla pena finale.

Padre e figlio erano titolari e il terzo amministratore delegato della Record Cucine e devono rispondere di bancarotta fraudolenta, un reato per il quale il pm veneziano aveva chiesto il rinvio a giudizio. Secondo Ancillotto lo avrebbero commesso prima del fallimento della storica azienda di Pramaggiore, fallimento che era stato dichiarato nel settembre di tre anni fa. Infatti, il cinque settembre 2013 il Tribunale di Venezia aveva respinto la richiesta di concordato preventivo, che era stata presentata nel marzo dello stesso anno. L’azienda di via Pacinotti era l’ammiraglia del gruppo Setten e la seconda azienda del settore legno del territorio per numero di addetti, ma versava in gravi difficoltà economiche dal 2011. Secondo l’accusa, si sarebbe trattato di bancarotta per distrazione in seguito a vari versamenti passati dai conti della società a quelli personali di Ettore Setten, per un ammontare complessivo di 1,2 milioni di euro. Versamenti avvenuti nello stesso periodo in cui era scoppiato il caso del fallimento del Calcio Treviso. Secondo l’accusa, una parte del denaro della Record sarebbe stato usato per sanare i bilanci della società sportiva.

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia