Processo Nardin, sfilano i primi 18 testimoni

Jesolo. Il ragioniere è accusato di non aver versato al Fisco i soldi raccolti per pagare le tasse

JESOLO. Caso Nardin, sfilano i primi 18 testimoni truffati dal ragioniere di Jesolo. Al tribunale di Venezia il giudice del dibattimento adesso vuole sentire, nella prossima udienza fissata per l’8 giugno, anche Nicola Nardin e la moglie Luisella Bozzato. E con loro, un’altra decina di testimoni, vittime dello studio di Jesolo di cui Nardin era titolare. Tutti commercianti e professionisti truffati, molti dei quali sono piombati nella crisi e hanno dovuto chiudere le loro attività per i debiti accumulati con il Fisco a loro insaputa.

Il caso Nardin a Jesolo pesa come un macigno sull’economia della città che ancora ne risente con attività che mai si sono riprese come prima. I 18 commercianti e cittadini di Jesolo sono difesi da vari legali, tra cui gli avvocati jesolani Victor Rampazzo, Dario Chiarenza, Alessio Bacchin. In tutto le persone truffate sono però una quarantina sul litorale e l’entroterra, per circa due milioni di euro di tasse e contributi non versati dal ragioniere che li seguiva con il suo studio. Nella truffa è stata coinvolta anche la moglie Luisella Bozzato. Il ragioniere Nicola Nardin e la moglie e collaboratrice Luisella Bozzato sono accusati di aver raggirato commercianti, professionisti e artigiani, processati per truffa aggravata e falso dal giudice monocratico di Venezia. Sono precisamente 53 le parti offese che si sono costituite contro la coppia.

Stando alle accuse, dal 2009 in poi, il ragioniere e la moglie, che collaborava con lui nello studio di consulenza fiscale e contabile “Studionardi srl”, avrebbero decine di clienti, persino amici e parenti. Si facevano consegnare i soldi per pagare tasse, contributi e imposte che in realtà non versavano e si intascavano. Il denaro era versato nei loro conti correnti personali e i clienti per alcuni anni non hanno nemmeno capito quello che accadeva in quanto consegnavano loro false attestazioni degli avvenuti versamenti.

Ma poi sono arrivate le cartelle dell’Agenzia delle Entrate, dell’Inps o dell’Inail a contestare i mancati pagamenti. I due hanno dapprima rassicurato i clienti, sostenendo che si trattava di errori commessi dagli enti, invocando le “cartelle pazze” come giustificazione. Ma il castello di carte non ha retto ed è crollato improvvisamente. Nardin deve rispondere anche di evasione fiscale perché negli anni in cui ha svolto l’attività organizzando le truffe avrebbe omesso di indicare i suoi reali guadagni.

Quando era stato scoperto, grazie alla segnalazione di alcuni clienti, aveva cercato di giustificarsi accusando e denunciando un commerciante di Jesolo sostenendo di aver sottratto i soldi dei clienti per pagargli interessi e i prestiti. (g.ca.)

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