Procedimenti disciplinari, 55 prof in lista

Licenziamenti e sospensioni per false dichiarazioni, comportamenti violenti, accuse di furto e assenze ingiustificate
Di Vera Mantengoli
Foto Agenzia Candussi/ Baschieri/ Mestre, ufficio scolastico regionale/ Assegnazione dei posti per i supplenti
Foto Agenzia Candussi/ Baschieri/ Mestre, ufficio scolastico regionale/ Assegnazione dei posti per i supplenti

Non solo Fiorenza Pontini. Sono 55 i nomi che nel 2016 sono finiti nella lista dell’Ufficio Procedimenti disciplinari dell’Ufficio Scolastico provinciale diretto da Domenico Martino. Dieci sono i procedimenti in corso «per dichiarazioni mendaci», incluso quello della docente Fiorenza Pontini. Si tratta per la maggior parte però di persone che hanno scritto un curriculum vitae falso, omettendo soprattutto la situazione della loro fedina penale. C’è chi ha sorvolato su processi in corso, chi non ha detto di aver subìto processi penali, chi non ha dichiarato di essere uscito dal carcere con l’indulto, nella speranza che questi dati sfuggissero ai controlli.

«Noi controlliamo ogni curriculum vitae che viene inviato» spiega Martino «quindi chi cerca di nascondere questi dati viene poi ripreso». Tra i procedimenti in corso c’è anche quello di Fiorenza Pontini, l’unica tra i docenti ad aver espresso frasi razziste sul social network e per questo considerata inadeguata a insegnare, come sostenuto dal Ministero che l’avrebbe licenziata in tronco. La donna ha però fatto ricorso e il 25 gennaio sarà il giudice del Tribunale del Lavoro a emettere la sentenza.

Altre 15 persone sono state sospese dall’insegnamento, ma hanno fatto ricorso e sono tutte in attesa della sentenza che verrà emessa dal procedimento penale. Undici sono state sospese dal servizio «per condotte non conformi ai doveri e alla correttezza inerenti la funzione del docente». «Si tratta di persone che hanno avuto un comportamento violento all’interno della scuola» spiega Martino «o di chi è stato colto in flagrante mentre stava cercando di rubare qualcosa dall’istituto».

Due docenti sono anche passati alle mani, facendo scattare la «sospensione cautelare per abuso di mezzi di correzione». Si tratta cioè di comportamenti bruschi, dove viene utilizzata violenza fisica e psichica sull’alunno (si va dallo spintone al lancio di oggetti, dall’afferrare di peso gli alunni per spostarli al dare sberle credendo di redarguirli), minacciandone la salute e la formazione del carattere. Quattro invece i licenziamenti, dovuti «ad assenze ingiustificate di servizio». In pratica sono docenti che sono spariti senza comunicare che se ne sarebbero andati o che hanno dato le dimissioni senza aspettare l’accettazione della loro domanda.

Per la Riforma Brunetta sulla pubblica amministrazione chi non si presenta al servizio per un tot di giorni viene in automatico licenziato. Andando avanti, due persone che hanno dichiarato il falso sono state trasferite in altri Uffici Scolastici Regionali affinché la conclusione venga valutata nella sede dove risiede la persona. Tre sono state sanzionate per fatti minori e otto casi sono stati archiviati. Il caso di Pontini, denunciato lo scorso 20 ottobre da Sel, ha scatenato un dibattito tra studenti, docenti, famiglie, dirigenti, sindacati e organi di informazione sul rapporto tra insegnanti e social network e sui doveri di chi ricopre il ruolo di educatore. La donna aveva infatti postato sul suo profilo frasi choc come «Bisogna eliminare anche i bambini dei musulmani, tanto sono tutti futuri delinquenti» e altri insulti all’ex premier Matteo Renzi o alla presidente della Camera Laura Boldrini. Gli studenti del Marco Polo, per rispondere a questo episodio considerato ingiustificabile, hanno avviato negli scorsi mesi una serie di incontri, attività e conferenze sulla valorizzazione della diversità.

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