Problemi del lavoro Scontro alla Pometon spiragli per Leukos
MAERNE. Pometon di Maerne e Leucos di Salzano. Due aziende che stanno vivendo un momento di difficoltà e stanno cercando di uscirne. La prima, nel settore della metallurgia, ha visto l’incontro di martedì andare a vuoto e domani ci sarà un’assemblea dove si deciderà quali iniziative percorrere nei prossimi giorni. La seconda, attiva nel settore dell’illuminazione interna ed esterna che poi vende dopo averla fatta produrre da terzi, sta provando a risalire la china dopo essere stata in liquidazione volontaria. In entrambe le aziende, in questi giorni, si sono susseguiti dei vertici con i sindacati per trovare una soluzione.
Pometon. Dopo il mancato accordo in prefettura di martedì, il quadro resta ingarbugliato. Fiom Cgil ha preferito non mettere nero su bianco perché chiedeva più garanzie nel reintegro dei 12 lavoratori ora licenziati. Altri sette sono in aspettativa. La Fiom chiedeva la cassa integrazione, non accettata da Pometon perché c’è un calo strutturale, nemmeno l’idea del vice prefetto Sergio Pomponio è riuscita a passare; qui, infatti, Fiom Cgil chiedeva più certezze per i dodici e la trattativa si è arenata. Per Fim Cisl, invece, si poteva andare avanti senza alcun problema. Cosa succederà ora non si sa; di certo per domani dalle 13 alle 15 è stata convocata un’assemblea dei lavoratori, con tanto di sciopero, per poi decidere come muoversi da dicembre. Giuseppe Minto (Fiom Cgil) non ha escluso che si possa andare per vie legali. Intanto pure il sindaco Monica Barbiero, presente alla riunione dell’altro ieri, si dice amareggiata. «Speravo che si trovasse un accordo» spiega «e ora mi muoverò per capire se si può sperare in un’alternativa».
Leucos. A pochi chilometri di distanza, a Salzano, c’è un’altra ditta che non se la sta passando bene, solo che stavolta pare ci siano spiragli luminosi. Qui ci sono 85 dipendenti, tra Leucos Group e Leucos Spa. Dopo il fallimento prima (ex Firme di Vetro), ovvero la controllante, l’amministratore delegato della seconda Giancarlo Ceotti punta all’affitto del ramo d’azienda. Intanto la Leucos Spa sta portando avanti il lavoro e dopo l’estate sono stati raccolti ordini per oltre 2 milioni di euro, che dovrebbero consentire di portare avanti l’impresa. Visti i risultati ottenuti, a cui si devono sommare quelli dell’altra controllata Leucos Usa, con sede nel New Jersey, Ceotto ha chiesto il distacco di 20 dipendenti dalla società fallita, garantendo la ripresa a pieno ritmo dell’attività.
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