«Problemi alimentari per 14 adolescenti su cento»
«Il caso che si è verificato in Riviera del Brenta è emblematico di come una malattia come l’anoressia possa portare alla morte. È importante che i genitori facciano molta attenzione in età adolescenziale ai primi sintomi dei disturbi che arrivano prevalentemente dalle loro figlie». A dirlo è Cesare Rossi psicologo, presidente dell’associazione “La Rete“ di Mestre, che per anni ha gestito le strutture dell’Asl 12 in tema di monitoraggio dei disturbi alimentari. Ora si occupa di aiutare gratuitamente le famiglie che sono colpite da questi problemi. «L’anoressia» premette «colpisce prevalentemente le ragazze e in misura minore i ragazzi. Abbiamo constatato con uno studio che su mille ragazze giovani in provincia il 14 per cento presenta problemi legati a disturbi alimentari. Questa è una pre-condizione per poi scivolare nella patologia vera e propria e in casi estremi come quello di Fossò che portano alla morte».
I passaggi dalle varie fasi della malattia sono chiari. «Quando il peso corporeo scende sotto una certa soglia» spiega Rossi «il cervello non riceve più dall’alimentazione dei determinati enzimi che servono a far funzionare delle aree specifiche come quella dell’intelligenza riflessiva. Queste aree si spengono e le persone a quel punto non sono nemmeno più in grado di recepire lucidamente i consigli che gli vengono dati per la loro salute».
Questo tipo di malattia si è constatato colpisca più i ceti sociali medio-alti che quelli popolari. L’invito dell’esperto è quello di fare la massima attenzione anche a quelli che possono sembrare capricci adolescenziali. «I primi sintomi dei disturbi alimentari ci possono essere già a dieci anni» dice «Gli adolescenti li mascherano con atteggiamenti bizzarri, ma non è difficile capire che c’è del disagio reale al fondo. Con crisi depressive e sentimentali questi comportamenti autodistruttivi si accentuano». (a.ab.)
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