Prisma, lavori a rilento la riapertura si allontana
Santa Maria di Sala. Ferragosto d’angoscia per i 250 dipendenti del centro Solo i 36 della Coop hanno ottenuto la cassa integrazione straordinaria

SANTA MARIA DI SALA. È un Ferragosto d’angoscia per i circa 250 dipendenti del centro Prisma, a un mese esatto dal rogo che ha devastato l’interno dell’edificio commerciale sulla Noalese. Nonostante le promesse e l’ottimismo dei giorni successivi all’incendio, a prevalere ora è la sfiducia. I lavori vanno a rilento e non si prevede di riaprire, se tutto andrà bene, prima di metà settembre e forse solo l’ala sud della struttura. Tempi lunghi dunque e la partita si gioca anche nei tavoli sindacali, per cercare di dare una speranza alle famiglie che lavorano all’interno del Prisma.
Bonifica.
I tempi di riapertura sono legati alla bonifica dall’amianto rilevato all’interno dell’edificio, dopo il collasso parziale del tetto in eternit all’ingresso nord. I lavori sono già partiti, affidati dalla direzione a una ditta specializzata che ha già allestito il cantiere, ma si tratta solo delle opere preliminari. Il secondo sopralluogo congiunto di Arpav e Usl 3, a cui ne seguirà probabilmente un terzo, ha confermato la presenza di frammenti di cemento amianto, pannelli di controsoffittatura, lana di roccia e pezzi di metallo derivanti dal collasso della copertura e dell’impianto di climatizzazione. Serve un’accurata decontaminazione dei luoghi, cui seguiranno poi i lavori veri e propri. Agosto e le ferie però non aiutano ad accelerare i tempi e per i sindacati: «Oggi non ci sono le condizioni per aprire neanche parte del centro. Se va bene se ne riparla tra un mese, forse più».
Occupazione.
Impensabile, dunque, assorbire con le sole ferie i problemi occupazionali derivanti dalla sospensione dell’attività dei dieci negozi del Prisma. Si va verso la richiesta di ammortizzatori sociali, ma con prospettive diverse a seconda dei casi. «Per i 36 dipendenti Coop abbiamo ottenuto una cassa integrazione straordinaria a rotazione, che partirà lunedì 21 agosto fino a fine anno», spiega Caterina Boato della Filcams-Cgil, «per quelli di Center Casa si parla invece di un possibile fondo integrativo di solidarietà, mentre Meggetto è riuscita a ricollocare i dipendenti negli altri punti vendita della provincia. Il problema riguarda i piccoli negozi: il 29 agosto siamo stati convocati in Regione e porremo questa questione. Servono ammortizzatori sociali o un fondo straordinario, altrimenti non ce la faranno e senza un aiuto molti paventano la chiusura».
Filippo De Gaspari
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