Primo lancio con il paracadute un 29enne si schianta al suolo

SAN STINO
Si ferisce in modo grave al suo primo lancio col paracadute: è accaduto ieri pomeriggio poco dopo le 15 allo Skydive di Sette Sorelle, a San Stino di Livenza. Protagonista un 29enne di Trebaseleghe, C. G. , ricoverato inizialmente all’ospedale di Portogruaro, anche se poi ha preferito farsi trasferire con un’altra ambulanza vicino a casa. Ha rimediato la frattura di tibia e perone, e dovrà essere sottoposto al più presto a un intervento chirurgico. Trascorrerà l’estate in stampelle. All’incidente hanno assistito diversi amici, alcuni dei quali hanno provato anche loro il lancio col paracadute (con successo).
L’errore però l’avrebbe commesso proprio C. G. , anche se ingenuamente. Inizialmente sembrava che il giovane non fosse interessato a lanciarsi. Ma poi gli amici lo hanno convinto. Così si è preferito, per lui, adottare la soluzione del lancio in tandem, cioè in coppia con un paracadutista chiaramente più esperto. Il lancio è avvenuto a un’altezza di circa 4500 metri, come da programma. L’apertura del paracadute è avvenuta senza inconvenienti, a un’altezza di un chilometro e mezzo circa. L’atterraggio doveva avvenire in una posizione orizzontale e così è avvenuto, solo che all’ultimo c’è stato un movimento che non doveva essere eseguito, per cui la posizione delle gambe in fase di atterraggio di C. G. è risultata diversa da quella che invece era stata concordata. Prima del lancio, infatti, tutti i paracadutisti novelli devono compiere una preparazione specifica, che dura più o meno un quarto d’ora, indispensabile per apprendere le necessarie nozioni per un atterraggio a regola d’arte. Sono stati avvertiti i soccorsi. Da Portogruaro è sopraggiunta un’ambulanza.
Nel frattempo, dopo il terribile incidente di sabato, a Cavanella di Caorle, il pilota dell’elicottero ultraleggero schiantatosi al suolo, Valerio Andreani, non rischia la paralisi. Il 56enne di Arta Terme, in Friuli, ricoverato all’ospedale di Padova non ha subito fratture alle vertebre. Le gambe invece hanno subito lesioni importanti, sono rotte, tanto che non si esclude un intervento chirurgico. A riferirlo sono stato i suoi amici.
Sul fronte delle indagini è l’Enac che sta cercando di fare luce, su quello che sembra un classico incidente. Il motore si era impallato e Dereani ha perduto quota. Il compito dei vigili del fuoco è finito la sera di domenica. Indaga la Procura di Pordenone, che si avvale appunto della collaborazione di Enac. Da oggi in poi ogni giorno è è quello giusto per ordinare una perizia attraverso cui stabilire le cause dell’incidente aereo. Valerio Dereani già nel 2012 sfiorò la morte in una terrificante carambola, proprio in Carnia dove vive, quando rimase coinvolto in uno scontro tra diverse moto e biciclette, a seguito del quale perse la vita un adolescente. «Mentre stavo sorvolando i campi», le sue parole pochi attimi dopo l’incidente, «mi sono accorto di avere perso quota. Non sapevo in quale punto mi trovassi. Mi sono ritrovato a terra, sui campi». Questa sua spiegazione dovrà fornirla all’Enac, che ha intenzione di recuperare la sua testimonianza quanto prima. —
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia