Primi jet in decollo ma i lavoratori temono un’altra crisi
TESSERA. I primi due Sukhoi Superjet 100 (Ssj100) acquistati dall’aerolinea messicana Interjet, sono entrati in servizio ieri completando con successo i primi due voli commerciali nelle tratte Città del Messico-Torreon e Città del Messico-Aguascaliantes. I due jet da 100 posti e consumi ridotti, sono stati completati ed assemblati nell’hangar delle ex Officine Aeronavali, ora di SuperJet International, a Tessera. La società (una joint venture tra Alenia Aermacchi e della russa Sukhoi Holding ora in difficoltà finanziarie, con due sedi centrali, a Mosca e Venezia) ha siglato infatti un contratto con l’aerolinea messicana per 20 aerei Sukhoi Superjet 100 e altri 10 come possibili opzioni. «Il problema è che dopo questa commessa, almeno per ora, non ne abbiamo altre nel mercato europeo e americano che gestisce la sede di Tessera» osserva Michele Valentini, delegato della Rsu e membro della segreteria della Fiom-Cgil «oltretutto dobbiamo fare i conti, come ha osservato poche settimane fa lo stesso “numero1” di Alenia Amermacchi, Giuseppe Giordo, con problemi non irrilevanti di organizzazione del lavoro e di conformità delle forniture, sia dei velivoli fabbricati in Russia che degli interni prodotte dalle imprese dell’indotto a Napoli, con le richieste dei clienti che hanno ordinato i velivoli con precise indicazioni sulla loro personalizzazione». Tutto ciò avrebbe prodotto, stando a quanto dichiarato dalla Rsu dei lavoratori, anche ritardi nella consegna degli aerei ordinati da Intejet, malgrado sia stato firmato in azienda a Tessera un accordo con cui i lavoratori di Supejet hanno accettato l’obbligo del sabato lavorativo proprio per garantire il rispetto dei tempi di consegna dei velivoli ordinati alla sede di Tessera».. «I lavoratori continuano, quindi, ad essere preoccupati» conclude Valentini «per questo stiamo chiedendo con insistenza un urgente incontro con Alenia Amermacchi per fare il punto della situazione e rimuovere i problemi esistenti, come ha detto lo stesso Giordo parlando della necessità di «una maggiore integrazione anche dal punto di vista industriale tra i team italiano e russo, ma senza precisare come si intende farlo».
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