Prime divisioni tra i comitati Si dimette il portavoce Testa
Divisi alla meta. Il grande successo fin qui ottenuto dai comitati «No Grandi Navi» e «Laguna bene comune» rischia di essere oscurato da qualche polemica interna. Linee diverse e diverse sensibilità su come affrontare una situazione che ha preso in questi giorni una piega ben definita. Escludendo di fatto – per ora – la richiesta da sempre avanzata dai comitati: le grandi navi incompatibili fuori dalla laguna. Il primo segnale della frattura sono le dimissioni presentate adesso dal portavoce di «No Grandi Navi», il giornalista Silvio Testa. «Motivi personali», si limita a dire. Niente polemiche.
Ma si sa che Testa, da anni impegnato nelle battaglie ambientali della sua città, non gradiva molto atteggiamenti «estremistici» imboccati dai suoi compagni di protesta, a cominciare dai centri sociali. Apporto utile, il loro, ma qualche volta sopra le righe, come nelle manifestazioni alla Giudecca e più di recente nei cortei e nelle proteste all’interno dell’aeroporto Marco Polo (dove è allestito un ufficio di accoglienza per i croceristi), e in Regione, nella sede della Valutazione di Impatto ambientale. Azioni efficaci dal punto di vista mediatico seguite a volte da denunce e dalle critiche di alcune forze politiche. Così l’ala in un certo senso più «moderata» del fronte antinavi ha cominciato a prendere le distanze, ora sfociate nelle dimissioni del portavoce. Reazioni contrastanti alla notizia. «Da tempo si discute sull’utilità di avere un solo portavoce», spiega Tommaso Cacciari, «ma non ci sono divisioni». Ieri sera le associazioni si sono riunite fino a tarda ora per vedere il da farsi. «Continuiamo la nostra battaglia», dicono, «non ci stiamo a farci prendere in giro dal governo e dal Porto». Altre manifestazioni sono in arrivo. Perché i comitati intendono mettere sul piatto, al momento dello studio delle alternative, le oltre 13 mila firme raccolte contro le grandi navi in laguna.(a.v.)
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