Primarie, in coda 230 docenti per 166 posti

Dalle sette di mattina tutti accalcati davanti all’ufficio scolastico. «Siamo precari da troppo tempo»

I posti da assegnare erano ben 166, ma alla chiamata di ieri mattina hanno risposto in molti di più: precari senza stabilità da più di dieci anni, laureati con doppio diploma di abilitazione (uno per ogni ordinamento), supplenti con alle spalle cause legali e ricorsi durati una vita, tutti accalcati sulla porta dell'ufficio scolastico provinciale di via Muratori, a Mestre, dove martedì sono finalmente arrivate le graduatorie per gli insegnanti delle primarie (ma anche per le classi di concorso, per il sostegno, per la famosa A043, i corsi di lettere). I primi si sono raccolti davanti al complesso dell'istituto “Gritti” già alle sette e mezza del mattino, e in pochi hanno rispettato gli orari assegnati dalle segreterie, che avevano fissato una prima trance di convocazioni alle nove e una seconda alle 14: l'ansia di sapere del proprio futuro prossimo era troppo stringente.

In totale sono stati convocati 230 aspiranti insegnanti, tutti in coda per il posto di ruolo, ma come anticipato le cattedre vacanti erano solo 166; si è proceduto in ordine di graduatoria, al mattino fino al numero ottanta, al pomeriggio fino a conclusione, arrivata solo dopo le 17 inoltrate; a chi è rimasto fuori, poi, non resta altro da fare che sperare in una stagione ricca di supplenze, eventualità comunque piuttosto concreta, vista la possibilità che diversi docenti cambino destinazione anche ad anno scolastico inoltrato.

«Sono precaria da più di dieci anni - racconta Claudia, maestra residente a Cavarzere - Ho dovuto rifare il diploma abilitante per poter rientrare nelle graduatorie, visto che fino a qualche anno fa quello in mio possesso non mi permetteva di concorrere. Non ho mai lavorato più di due anni di seguito nella stessa scuola, caso comunque capitato una sola volta in tutta la mia carriera». «Ogni anno è un terno al lotto, non c'è un sistema che ci tutela al cento per cento, sembra che ogni anno le leggi cambino, arrivi un decreto che cancella il vecchio regolamento e quindi un nuovo regolamento a sostituire il decreto - protesta Francesca Carone, insegnante residente nel Veneziano da 13 anni - Non sarebbe un problema anche spostarsi in una provincia differente, ma così restiamo sempre in un limbo, senza tutele e costretti a ricorrere a vie legali sempre a nostre spese».

«Io spero di trovare posto vicino a casa - prosegue Elena, di Mira - Ho deciso di presentarmi per le primarie dopo aver lavorato con le scuole paritarie e dell'infanzia e dopo aver vinto un ricorso. Sono anche una mamma, e vedo cosa sta succedendo in questi giorni: mio figlio è in prima e ha solo una maestra». Oggi toccherà invece agli educatori dei convitti e poi, tra qualche giorno, sarà la volta delle scuole medie, secondo i tempi della burocrazia.

Giacomo Costa

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