Prima denuncia per il caso Piva Si cerca la verità nel suo ufficio
Prima denuncia nella vicenda Piva. A farla un condominio la cui assemblea ha voluto affidarsi alle forze dell’ordine per fare chiarezza sul fatto che il noto amministratore di condomìni li ha abbandonati e ha dichiarato una sofferenza di bilancio di un milione e trecentomila euro. Oltre ad altri settecentomila euro di spese condominiali che i clienti non gli hanno pagato.
Inoltre, a breve, il presidente provinciale dell’Associazione amministatori di condomìni (Anaci), Angelo Rizzi, al quale Piva si è rivolto per gestire la grave situazione, accederà all’ufficio del collega per poter prendere visione dei vari bilanci per poterli poi mettere a disposizione dei singoli amministratori che stanno sostituendo Piero Piva nel rapporto con i vari clienti.
Per ora la gran parte dei condomìni hanno scelto una linea più cauta nei confronti di Piva. Gli amministratori che gli sono subentrati, prima di intraprendere eventuali cause nei suoi confronti per bollette non pagate, vogliono conoscere per bene i bilanci che li riguardano. Questo per capire come possono far fronte allo scoperto che sicuramente riguarda i clienti che rischiano di doversi ripagare le bollette che pensavano di aver saldato.
Il caso Piva scoppia una ventina di giorni fa. All’improvviso diventa uccel di bosco. L'ufficio di via Spalti 34, dove ha sede la sua società, è chiuso e il numero di telefono squilla a vuoto. Chi, da giorni, lo cerca al telefonino, si sente rispondere che «il telefono della persona chiamata potrebbe essere spento o irraggiungibile».
Prima di chiudere l'ufficio però Piero Piva, sessantenne amministratore di 83 condomìni, di grande esperienza e molto conosciuto e stimato in città, ha contatto l'Anaci, l'associazione di categoria alla quale in passato era stato iscritto, lasciando, tramite il legale Stefano Gusmitta, suo amico, una cartellina con alcuni documenti. Tra questi i nomi dei condomìni, quelli dei referenti degli inquilini e una bozza di bilancio nel quale si evidenzia, negli 83 condomìni da lui amministrati, un passivo di almeno un milione e trecento mila euro per bollette e fatture non pagate nel corso degli ultimi anni. Inoltre mancano settecentomila euro non pagati dai clienti.
Nella documentazione lasciata Piva ha inoltre allegato una lettera nella quale spiega che, per motivi di salute, si vede obbligato a rinunciare all'incarico da amministratore. Risulta difficile, al momento, ricostruire le cause del passivo, che potrebbero almeno in parte essere riconducibili alla prassi di spostare somme di denaro dal conto corrente di un condominio all'altro a seconda dell'avvicinarsi delle scadenze di bollette o fatture.
Almeno 800 famiglie sono in apprensione per questo bilancio in rosso.
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