Preso il rapinatore seriale: ha confessato i tre colpi

Sottomarina. Ventitreenne, disoccupato, è stato incastrato dai carabinieri. Ieri mattina la perquisizione nel suo appartamento di via Nicolò Zeno
Di Diego Degan

SOTTOMARINA. Le sue iniziale sono W.Z. ha 23 anni, è disoccupato, tossicodipendente e abita, con la madre, in via Nicolò Zeno. Corrisponde quasi perfettamente al profilo che avevano tracciato gli investigatori, il ladro seriale che, nei giorni scorsi, aveva ripetutamente colpito in alcuni negozi e uffici di Sottomarina, nei dintorni di viale Mediterraneo. I carabinieri lo hanno “incastrato”, e formalmente denunciato, ieri mattina, dopo una perquisizione mirata in cui hanno trovato i vestiti, descritti più volte dai testimoni, che usava per compiere i suoi colpi: un giubbino con cappuccio, con cui si copriva la testa, e un copri-collo di colore nero che si alzava davanti alla bocca, per mostrare solo gli occhi. Quando i militari hanno bussato alla porta di casa sua, non si è stupito: «So perché siete qui», ha detto e, subito dopo, alle precise contestazioni che gli venivano mosse, ha confessato di essere l'autore di tre rapine, compiute nei giorni scorsi: il 30 gennaio a un'agenzia assicurativa di viale Tirreno, con bottino di 300 euro; il 4 febbraio a un negozio di abbigliamento di viale Mediterraneo (250 euro); il 5 febbraio a un’agenzia immobiliare sempre di viale Mediterraneo (100 euro). In tutte e tre le occasioni aveva agito a volto coperto, minacciando i rapinati con coltellini a serramanico di cui si disfaceva subito dopo i colpi, parlando con accento locale e scappando a piedi verso casa sua. La sua identificazione, avvenuta in brevissimo tempo, è stata il frutto di un accurato e intenso lavoro di indagine, durante il quale sono stati sentiti tutti i testimoni possibili, mostrate decine di fotografie, vagliate decine di “posizioni” di pregiudicati e tossicodipendenti che abitano nella zona e che potevano corrispondere al profilo. Alla fine è spuntato il suo nome e i militari si sono recati a casa sua quasi a colpo sicuro eliminando, così, quello che ormai rappresentava un incubo per tutti i commercianti della zona, timorosi di poterselo trovare di fronte all'orario di chiusura dei negozi, soli di fronte a un coltello spianato. In realtà lui ha sempre evitato violenze fisiche e minacce dirette, ma come avrebbe reagito se non avesse trovato denaro o se il negoziante di turno avesse fatto resistenza? In ogni caso, la sua è una storia di disperazione: la droga, la mancanza di lavoro, sia per lui che per la madre con cui vive, l'assenza di una rete familiare, sono tutti elementi che hanno esasperato e complicato la sua situazione personale, fino al triste ma inevitabile epilogo di ieri. Non è stato arrestato, perché non è stato colto in flagrante e non esistono pericoli né di fuga, né di reiterazione del reato e neppure di inquinamento delle prove.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia