Preso il maniaco di Jesolo scoperto con le telecamere
Un sandonatese di 64 anni, con una regolare occupazione, una vita apparentemente normale. Era lui il maniaco che ha terrorizzato le ragazzine di Jesolo, ultima delle quali in via Adria verso la Pineta la scorsa mattina. Già almeno un altro episodio gli può essere attribuito lo scorso luglio ai danni di un’altra donna di 30 anni, sempre al lido. Le avvicinava, si denudava per poi iniziare a masturbarsi davanti ai loro occhi.
I carabinieri della compagnia di San Donà sono riusciti a individuarlo grazie all’esame di videocamere sul territorio, alle testimonianze e altri particolari finora raccolti.
Non è stato facile, perché si nascondeva bene, cambiava posto e poi fuggiva. Ha detto, scusandosi, di essere stato in preda a quel desiderio irrefrenabile e di aver perso il controllo. Una volta identificato, sarà denunciato a piede libero per atti osceni in luogo pubblico.
Ormai è nel mirino delle forze di polizia, qualora dovessero accadere altri episodi sospetti. I carabinieri di San Donà e Jesolo avevano messo in moto una squadra speciale anti-maniaco dopo tante denunce e segnalazioni ricevute. Non si esclude possa essere stato protagonista anche di altri episodi che si sono verificati in passato tra litorale ed entroterra. Probabilmente, però, a San Donà, ce ne sono altri maniaci e diversi sui quali si sta stringendo il cerchio.
L’altra mattina verso le 5.30 ne è stato segnalato un altro al centro Helianthus, dove un tempo si trovava la vecchia Coop, verso via Calnova. Una donna, intenta a fare delle pulizie quando ancora stava albeggiando, è stata avvicinata da un uomo che si è masturbato davanti a lei, cogliendola alle spalle. Si è allontanato quando la donna ha iniziato a gridare, terrorizzata, anche perché era sola e non sapeva a chi chiedere aiuto. Ha chiamato il 112, e i carabinieri del nucleo operativo radiomobile sono subito arrivati sul posto. Ma il maniaco era già fuggito.
Altri due recenti casi in corso Trentin, isola pedonale vecchia, e poi in galleria Vidussi, laterale rispetto a corso Trentin. In questi ultimi casi si sarebbe trattato di un giovane sotto i 30 anni, carnagione scura che nascondeva il viso con un berretto abbassato.
Ma anche in questi casi gli investigatori dell’Arma sono vicini all’identificazione dopo aver raccolto molti elementi e testimonianze già raccolte da parte di ragazze e anche donne che si sono imbattute in lui, loro malgrado.
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