Presidenza del Casinò c’è anche la Bramezza

L’ex direttore generale del Comune con la giunta Costa pronta a candidarsi. Era il rappresentante della cordata della Caesar’s Palace per la privatizzazione

VENEZIA. Colpo di scena nella vicenda della nomina del nuovo presidente del Casinò di Venezia, che dovrebbe prendere il posto del dimissionario Massimo Miani, ereditandone anche il posto nel Consiglio di amministrazione nella società della casa da gioco. Scade oggi il termine per la presentazione delle candidature tra cui il commissario straordinario del Comune Vittorio Zappalorto dovrà scegliere il successore di Miani, con maggiori deleghe operative.

E a presentare la domanda ci sarebbe anche un «cavallo di ritorno» dell’Amministrazione comunale, la manager di origine trevigiana Ilaria Bramezza, che l’allora sindaco di Venezia Paolo Costa volle durante il suo mandato come direttore generale del Comune di Venezia. A sponsorizzarla ci sarebbe ancora l’«entourage» dell’attuale presidente dell’Autorità Portuale di Venezia, ma va ricordato che anche l’attuale direttore generale del Comune Marco Agostini era capo di gabinetto di Costa nell’era Bramezza e allo stesso Zappalorto, tra l’altro trevigiano il nome di Bramezza sarebbe stato caldamente raccomandato. Ma il commissario dovrebbe sapere anche che Ilaria Bramezza era il manager che aveva tenuto i contatti con il Casinò lo scorso anno, durante lo svolgimento della gara per la privatizzazione della gestione, rappresentando gli interessi della cordata americana della Caesar’s Palace di Las Vegas.

Interesse poi non concretizzatosi ma che - visto che lo stesso Zappalorto ha annunciato l’intenzione di riprendere in mano la gara per la cessione ai privati della gestione della casa da gioco - potrebbe tornare d’attualità tra qualche mese, questa volta con Bramezza dall’altra parte del tavolo a rappresentare la casa da gioco. Una situazione che non sarebbe certo all’insegna, oggettivamente, della massima trasparenza, se gli americani del caesar’s si sedessero nuovamente a trattare.

La manager è attualmente presidente del Consiglio di amministrazione dell’Azienda Farmacia Trevigiana - l’ “Ames” della Marca, che raggruppa dieci farmacie di quella provincia - è al Casinò sarebbe, in qualche modo di casa, visto che ritrovarebbe, ad esempio, Alessandro Cattarossi, suo cugino, attuale direttore Finanza e Controllo del Casinò e assunto nel periodo in cui Bramezza prestava la sua opera in Comune.

Tra gli altri possibili candidati alla presidenza potrebbero esserci anche l’ex direttore del del settore Giochi Franco Malvestìo, ora in pensione e che si era detto disponibile a prendere in considerazione un eventuale ritorno solo se gli fosse data carta bianca. Intanto il Casinò di Venezia ha perso nell’ultimo anno, quasi un altro punto e mezzo della sua quota mercato tra il complesso delle quattro case da gioco italiane e, pur restando ancora prima, con il 32,4 per cento degli incassi totali, sente ormai il fiato sul collo del Casinò di Campione d’Italia (guidato tra l’altro da Carlo Pagan, predecessore di Vittorio Ravà alla direzione generale del Casinò veneziano) salito dal 29,3 al 30,5%, guadagnando di fatto nell’ultimo anno la “fetta” di mercato che Venezia ha perso. Questo dicono i dati del 2014 delle quattro case italiane resi noti dal sito specializzato Casinò Gioconews.

 

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia