«Presidente ci aiuti lei i negozi stanno morendo»
DOLO. «Presidente, intervenga in prima persona e ci aiuti a superare la crisi che sta colpendo il nostro paese». Questo è l’appello contenuto nella lettera che Umberto Cogno, storico commerciante dolese ed ex vicepresidente dell’Ascom della Riviera, ha inviato nei giorni scorsi al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.
Il commerciante poco prima di Capodanno aveva lanciato un allarme sulla drammatica crisi che sta colpendo il settore in Riviera del Brenta e che ha visto in alcuni casi un calo di circa il 70 per cento delle vendite. Cogno spiega perché ha deciso di chiedere l’intervento del Quirinale.
«Il presidente Napolitano mi ha commosso quando nel suo discorso di fine anno ha parlato delle persone che gli hanno scritto per raccontargli i disagi e per sottoporgli i loro problemi. Ha dimostrato una grande umanità e di conoscere la realtà in cui vivono ogni giorno i cittadini italiani. Per questo ho deciso di scrivergli chiedendogli di intervenire. Io parlo non solo per tutelare i commercianti ma anche per i cittadini e gli imprenditori. Molti mi raccontano di aver avuto una diminuzione della pensione e di non riuscire ad arrivare a fine mese».
Umberto Cogno nella lettera racconta la storia della sua famiglia da quasi 80 anni attiva nel commercio. «I miei genitori, mia mamma tra due mesi compie cento anni, hanno iniziato l’attività di fiorista nel 1934», scrive il commerciante, «ed io sto continuando nonostante i problemi siano tanti e nonostante il piccolo commercio ormai vada scomparendo anche a causa delle leggi e delle tasse». Umberto Cogno analizza poi la situazione del commercio in Riviera del Brenta. «La situazione è catastrofica», racconta, «stanno scomparendo decine di negozi in Riviera, alcuni di questi sono nomi storici presenti da decenni. Basta girare per Dolo e vedere cosa sta succedendo in via Cairoli, via Arino e via Guolo. Bisogna dire che i cittadini sono intraprendenti, c’è gente infatti che prova ad aprire dei nuovi negozi. Purtroppo però sono costretti a chiudere dopo due mesi perché i costi sono insostenibili». Cogno elenca i problemi che colpiscono il commercio. «Ci sono gli aumenti della tasse, delle imposte e degli affitti», commenta, «cui si sommano le nuove tasse, gli aumenti dei carburanti di inizio anno e non ultimi quelli dei pedaggi autostradali. In questa situazione non è possibile andare avanti. Servono agevolazioni e aiuti».
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