Preside e studenti compatti «Il nostro liceo non è xenofobo»

Il caso dei post razzisti. Al Marco Polo assemblee, incontri (domani con il prefetto Cuttaia) e laboratori per ribadire la cultura del dialogo. L’avvocato che segue la professoressa Pontini: «Non è indagata»

Al liceo Marco Polo - circa 1200 studenti - sono già in programma due appuntamenti: domani l’incontro con il prefetto Domenico Cuttaia e giovedì quello con il giornalista dell’Espresso Fabrizio Gatti. Per allontanare lo spettro della xenofobia non manca proprio nulla nella scuola che ha quattro codici ministeriali (classico, musicale, artistico, artistico serale): assemblee, riunioni, incontri, consigli d’istituto, comunicati, conferenze stampa.

«La nostra non è una scuola xenofoba e non lo sarà mai», esordisce la preside Annavaleria Guazzieri sulla vicenda degli scandalosi post scritti sul proprio profilo Facebook dalla docente d’inglese Fiorenza Pontini. «Questa è la giusta risposta: il piano dell’offerta formativa è diretto al rispetto della persona, al dialogo interculturale e all’accoglienza». Dopo la bufera il liceo è in fermento e ha già fissato occasioni di approfondimento sui temi del rispetto della persona, l’immigrazione, il dialogo interculturale, l’inclusione. «Martedì verrà in visita alla scuola il prefetto Cuttaia e giovedì il giornalista Gatti che ha raccontato il viaggio dei profughi in prima persona. Gli studenti sono molto positivi e costruttivi. Hanno buttato giù idee e formulato proposte. Tra queste i laboratori di italiano per stranieri», spiega ancora la preside che evidenzia l’impegno della scuola sulle tematiche attuali. Nello scorso anno scolastico - era settembre - il liceo ha promosso due concerti di beneficenza i cui fondi sono stati devoluti all’Alto Commissariato delle Nazioni Unite e ai terremotati delle Marche.

Da un lato le iniziative della dirigenza dall’altro quelle degli studenti (oggi potrebbe essere decisa un’assemblea). Un referente del collettivo spiega: «Tutto è in evoluzione e sarà lungo nel tempo. C’è già un piano di lavoro con il vicepreside Paolo Favorido. Questa vicenda ha sollevato una discussione nella scuola, in città, in Italia. Ha dato la possibilità agli studenti di dire: non siamo xenofobi e razzisti. È una presa di coscienza positiva ma bisogna essere sempre pronti a dare un forte messaggio di condanna quando si ripresentano episodi del genere. Siamo giovani con un’idea chiara di come vivere la scuola e la città».

Sulla vicenda interviene l’avvocato Paolo Seno che preferisce non essere definito legale di fiducia perché «non c’è alcun provvedimento giudiziario. Io seguo la signora Pontini ma non perché indagata. Certo, si è trattato di un uso improprio e superficiale dello strumento Facebook. La docente farà qualcosa per spiegare la sua posizione a tutta la scuola, ai ragazzi in particolare. Con la preside ha già chiarito che si è trattato di un comportamento superficiale. Per il momento si è presa un periodo di congedo affinché si spengano i riflettori. Le dispiace che sia finita di mezzo la scuola, comunque è un episodio non indifferente. Vedremo le conseguenze».

Nadia De Lazzari

Carlo Mion

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