Presi con l’hashish in stazione i due giovani restano in cella
Uno ha detto di non sapere proprio nulla di quel carico di sei chili di hashish, l’altro si è discolpato, scaricando eventuali responsabilità sul complice. Il giudice per le indagini preliminari Massimo Vicinanza ha deciso che in ogni caso devono restare in cella a Santa Maria Maggiore i due marocchini 35enni residenti nel Padovano che sono arrestati lunedì sera dai finanzieri del I Gruppo coadiuvati dall’Unità cinofila.
Ieri mattina erano fissati gli interrogatori di convalida dei due finiti in carcere dopo il blitz scattato sul piazzale della stazione ferroviaria di Ballò. Per entrambi la contestazione è di detenzione di droga ai fini dello spaccio. Incalzati dalle domande del gip Vicinanza, entrambi hanno cercato di discolparsi, prendendo le distanze da quell’ingente quantitativo di hashish che è stato trovato dai finanzieri. Una tesi, questa, a cui il giudice non ha creduto, tanto che ha confermato la custodia cautelare in carcere.
I due connazionali si erano dati appuntamento lunedì sera sul piazzale della stazione. I finanzieri avevano tenuto d’occhio uno dei due che si era avvicinato al parcheggio a bordo di uno scooter e che gironzolava dando l’idea di dover attendere qualcuno. E infatti poco dopo era arrivata un’auto guidata da un altro marocchino. I due si erano scambiati uno zaino rosso. Appena il tempo di completare il passaggio che era scattato l’intervento dei finanzieri con il segugio Bacos che aveva immediatamente fiutato la presenza dello stupefacente. Nello zaino, infatti, c’erano quattro chili di hashish suddivisi in quattro panetti, con ogni probabilità pronti per essere spacciati.
Dalla successiva perquisizione domiciliare compiuta dai finanzieri nell’appartamento a Trebaseleghe (Padova) dove vive il 35enne a cui doveva essere consegnato lo zaino, i finanzieri avevano trovato altra droga: 2,2 chili di hashish, oltre a 50 grammi di cocaina, il tutto nascosto in una cassaforte mascherata dietro a un quadro. (ru.b.)
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