Presa la banda dei ladri d’appartamento

Avevano la base in via Costa: colpivano in zona e portavano via tutto, dalle pellicce ai gioielli, dalle biciclette ai dolciumi
Di Carlo Mion

L’appartamento dei predoni della città si trovava a due passi dalla caserma della Guardia di Finanza, in via Costa a ridosso di Corso del Popolo. Era la “tana” di una multinazionale del furto: due georgiani, che asseriscono essere ucraini e che hanno documenti polacchi, due romeni e due moldavi. I sei sono stati arrestati dagli agenti del commissariato martedì pomeriggio quando i poliziotti hanno fatto irruzione, sicuri di trovare la banda al completo, pronta per uscire per una nuova notte di razzìa. Sono finiti in manette per ricettazione: nell’appartamento e nel giardino condominiale i poliziotti hanno trovato refurtiva riconducibile a cinque furti commessi nel raggio di un chilometro. Furti a chilometro zero, come li ha definiti il dirigente del Commissariato Eugenio Vomiero. Rubavano di tutto, dai gioielli alle pellice, dalle biciclette agli strumenti musicali, dai proiettili a dolciumi e giocattoli, quest’ultimi destinati alla beneficenza.

Tre degli indagati erano già stati arrestati in passato sempre dagli agenti del Commissariato a Zelarino e a Mestre. Uno, un 33enne georgiano, era stato arrestato quale responsabile di venti furti era stato condannato a due anni fa a un anno e dieci mesi di galera.

Su quell’appartamento, oltre agli agenti del commissariato, avevano messo gli occhi anche i carabinieri che poi hanno fornito le informazioni raccolte ai “cugini” poliziotti. La “batteria” era formata dal capo, il 33enne georgiano, che ha esibito documenti ucraini e polacchi e cinque altri giovani di età compresa tra i 22 e i 28 anni.

Martedì gli agenti, per fare irruzione nell'abitazione, affittata a un pregiudicato da un mestrino, hanno dovuto sfondare la porta. Uno di loro alla vista dei poliziotti si è nascosto sotto il letto, mentre altri due hanno gettato dalla finestra monili rubati la notte prima. L’appartamento era pieno di refurtiva, tra cui una cassaforte strappata da un muro e non ancora aperta. Gli agenti sono riusciti a ricostruire almeno cinque furti, commessi in zona. Quattro ai danni di auto in sosta e uno ai danni di un’abitazione di via Teatro Vecchio.

In casa c’erano biciclette, una pianola, una pelliccia, varie collane e braccialetti, un pacco di schede telefoniche, la cassaforte, giocattoli, parecchi dolciumi e una confezione da 50 pallottole calibro 40. E poi numerosi “ferri del mestiere”: chiavi realizzate appositamente modificando vari utensili e in grado di aprire qualsiasi porta. Chiavi modificate per aprire porte blindate o con serrature particolari fino a flessibili con dischi speciali per tagliare l’acciaio.

I sei, alla fine, sono stati posti in stato di fermo con l’accusa di ricettazione e portati in carcere a Santa Maria Maggiore in attesa della convalida dell’arresto.

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