Premio Campiello, stop alla nomina di Odifreddi

La candidatura alla presidenza del matematico sarebbe stata bloccata da Riccardo Calimani e Philippe Daverio. Ed è polemica

ROMA. «Spesso mi nominano invano». Il matematico Piergiorgio Odifreddi ironizza così sulla sua candidatura alla presidenza della Giuria dei Letterati del Premio Campiello 2015 che, a un soffio dall'essere ufficializzata, è stata bloccata sollevando polemiche. Il problema non è il fatto che Odifreddi sia un matematico. «Prima di me ci sono stati precedenti illustri di scienziati che hanno presieduto la Giuria dei Letterati del Campiello: Carlo Rubbia, Renato Dulbecco, Margherita Hack e Umberto Veronesi. Sarebbe un onore entrare in questa cinquina» spiega Odifreddi che tra l'altro è membro dell'opificio letteratura potenziale Oplepo, una congregazione di letterati che scrivono opere di letteratura con una struttura matematica, di cui faceva parte Italo Calvino e di cui è un esemplare il suo "Se una notte d'inverno un viaggiatore". Odifreddi è stato anche presidente del premio di divulgazione scientifica Galileo che definisce «un mini-Campiello».

Il matematico torinese sembrerebbe non essere gradito ad alcuni membri della giuria fra cui lo storico dell'ebraismo Riccardo Calimani, presidente della comunità ebraica veneziana e il critico d'arte Philippe Daverio. «Se la questione è politica - afferma Odifreddi - dite quale deve essere l'identikit del presidente della Giuria dei Letterati del Campiello, altrimenti le critiche sono pretestuose. Daverio mi stupisce: afferma che ho una posizione rozza di ateo e che sono negazionista. Ho scritto un libro a quattro mani con Papa Benedetto XVI ("Caro papa teologo, caro matematico ateo" edito da Mondadori) e se il pontefice ha accettato di pubblicare un libro con un ateo così rozzo non sarà. La questione del mio negazionismo la considero una polemica preistorica e ho spiegato mille volte che non sono negazionista. Ho posizioni critiche nei confronti della politica d'Israele e oggi è impossibile averle senza essere tacciati di antisemitismo. Il mio amico Noam Chomsky la pensa come me e la cosa divertente è che anche Moni Ovadia è stato tacciato di antisemitismo».

«Purtroppo Daverio viene da una parte politica diversa dalla mia: io sono di sinistra, lui è stato assessore leghista. Uno di sinistra e uno della Lega non vanno d'accordo ma questo non mi sembra un motivo valido per non fare il presidente della Giuria dei Letterati del Campiello. Anche a Calimani, per cui il discorso è più delicato perchè è presidente della Comunità ebraica di Venezia, ricordo che si tratta della giuria di un premio letterario» spiega Odifreddi.

E «lo dico - aggiunge il matematico - senza avercela nè con Daverio nè con Calimani che conosco e con i quali, senza parlare mai di politica, sono sempre andato d'accordo». Resta il fatto che Odifreddi viene visto come figura provocatoria, pronta a scatenare polemiche. «In realtà sono io a subirle. Sono gli altri che le scatenano su di me, mi ci trovo in mezzo. Sono uno che evidentemente ha idee non convenzionali o universalmente riconosciute. Dico quello che penso e non mi sembra disprezzabile di questi tempi». E poi, conclude Odifreddi: «Al Campiello è la Giuria anonima dei lettori a decidere il premio finale. Il presidente della Giuria dei Letterati coordina e l'importante è che legga i libri in concorso. Se un giurato non è d'accordo può andarsene lui, in passato io lo ho fatto». Per questo Odifreddi non molla: «a maggior ragione sono disponibile a fare il presidente della Giuria dei Letterati del Campiello 2015, in un momento in cui qualcuno cerca di imporre la propria volontà».

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