«Premi troppo alti in un periodo di crisi»

Novantamila euro d’indennità di risultato per i componenti del Cda: per Sel è uno scandalo
CHIOGGIA VE 20070203 GIANNI PAGAN GIANNI PAGAN DAVANTI AL SIMBOLO DELLA SUA LISTA CON FORTUNATO GUARNIERI (DONAGGIO/Donaggio )
CHIOGGIA VE 20070203 GIANNI PAGAN GIANNI PAGAN DAVANTI AL SIMBOLO DELLA SUA LISTA CON FORTUNATO GUARNIERI (DONAGGIO/Donaggio )

CHIOGGIA. Novantamila euro di “indenità di risultato”, oltre ai normali compensi già previsti per l’incarico ricoperto. È questo il tetto stabilito dall’assemblea dei soci per i cinque componenti del cda di Veritas, la multi-utility che gestisce acqua, rifiuti ed energia in 48 comuni delle provincie di Venezia e Treviso.

Ed è questo “premio”, che fa gridare allo scandalo i consiglieri comunali Fortunato Guarnieri e Gianfranco Scarpa. «In un momento in cui la crisi generale attanaglia il nostro Paese, riscontriamo che i sacrifici non sono uguali per tutti», dicono gli esponenti di Sel e chiedono, con una interrogazione rivolta al sindaco: «Quale necessità ha convinto l’assemblea di Veritas a prevedere questo maxi premio per il Cda? I nostri rappresentanti in seno all’assemblea hanno condiviso questo premio?». Nella interrogazione Scarpa e Guarnieri spiegano che i compensi (premio escluso) del cda sono di 54 mila euro per il presidente, Vladimito Agostini, 27 mila per il vice, Giacinto Pesce, indicato dal Comune di Chioggia, 6mila ciascuno per Michela Bovo, Cristiana Scarpa e Luisa Tiraoro. Compensi lordi (a cui vanno, però, aggiunti, se dovuti, Iva, contributi previdenziali e rimborsi spese) che i due consiglieri considerano «estremamente congrui», ragion per cui chiedono al sindaco «quali azioni intenda adottare per eliminare questo insulto alla cittadinanza».

Va detto, per completezza, che i compensi in questione erano previsti dalla finanziaria 2007 e sono stati recepiti nellaassemblea dei soci del giugno 2013 che poteva anche stabilire limiti inferiori.

«In effetti il “premio” che i patti parasociali avevano fissato a 120 mila euro», spiega Giacinto Pesce, «è stato ridotto dall'assemblea a 90 mila. Finora, comunque, di questo possibile premio, nulla è stato distribuito e dobbiamo ancora deliberare al proposito. Posso dire che i 27mila euro lordi si traducono in un compenso mensile di 1.175 euro netti, dai quali detraggo il costo dell'assicurazione per eventuali errori commessi nella mia funzione. Io, poi, per principio non chiedo alcun rimborso spese».

Diego Degan

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