Premi ai prof più bravi. Nessuno sa come fare

Le conseguenze della riforma. Gli istituti veneziani e mestrini hanno formato i comitati di valutazione per premiare il merito dei docenti. Ma sui criteri per i riconoscimenti non c'è consenso
VENEZIA. La riforma della scuola voluta da Renzi prevede un premio agli insegnanti: i comitati di valutazione sono stati formati, ma gli istituti veneziani sono ancora in alto mare sull'individuazione dei criteri da utilizzare per distribuirlo. Tutti concordano sul fatto che l’inizio sarà difficile in quanto sperimentale e che il rischio è quello di creare divisioni tra gli insegnanti. Ecco una panoramica della situazione.
Algarotti e Sarpi. «È stato un processo partecipato fin dall’inizio», sottolinea la preside Concetta Franco che ha 130 docenti negli istituti, «proprio per rasserenare il clima, chiarire tutti insieme le finalità e non viverlo come un’imposizione dall’alto. A breve il lavoro sarà concluso. Il criterio individuato è quello che la premialità sia riconoscibile e riconosciuta. Per esempio, progetti realizzati che la scuola riconosce che hanno contribuito a migliorarla. Stiamo ultimando i criteri per scegliere le persone, ma una proposta è che gli insegnanti stessi presentino la loro documentazione in modo che sia tutto tracciabile».
Benedetti e Tommaseo. «Non è un compito facile», ha detto il preside Roberto Sintini che ha 110 insegnanti in entrambi gli istituti, «perché si rischia di dividere i docenti. Noi siamo orientati a seguire i tre criteri della Legge 107 e a individuare chi svolge un incarico in maniera qualificante, ma sempre documentabile, in modo che la scelta possa basarsi su fatti».
Liceo Artistico e Classico Marco Polo. «È una questione molto dibattuta», ha detto la preside Annavaleria Guazzieri. «Per adesso stiamo formando il comitato di valutazione. Si stanno elaborando proposte tenendo presente chi da un lato chiede di allargare al più ampio numero possibile il riconoscimento e chi chiede di individuare in alcuni ruoli chiave i possibili destinatari del premio».
Istituto Alberghiero Barbarigo. «Sono favorevole alla Legge 107», ha detto il preside Claudio Marangoni, l’unico d’accordo con la proposta del premier Matteo Renzi. «È sotto gli occhi di tutti che ci sono docenti che danno il massimo, ma poi quando bisogna riconoscerlo con un premio in denaro, vengono fuori mille riserve. Per esempio il fatto che sia denominato come criterio accessorio e che in genere debba essere discusso in sede sindacale, cosa che però la Legge 107 non prevede. Ho già detto infatti che non contratterò il bonus con i sindacati. La difficoltà è che valutiamo una qualità e stiamo partendo ora».
Artistico Guggenheim. «Personalmente non mi trovo d’accordo con l’idea di premialità», ha affermato la preside Isabella Albano, «perché questa modalità persegue più la logica del “dividi et impera” che può causare forti conflittualità tra i docenti, anziché quella della cooperazione educativa che io appoggio da anni. Nonostante la mia posizione, abbiamo formato il comitato di valutazione e ci stiamo orientando seguendo le tre aree indicate dalla Legge 107 e sulla funzione dei docenti».
Scuole mestrine. Ancora tutto in fase di definizione per le scuole mestrine: nella maggior parte dei casi hanno già formato i comitati di valutazione, ma non definito i criteri di assegnazione, nell'attesa di conoscere con precisione quali saranno i soldi che il governo garantirà a ciascun istituto.
Bruno e Franchetti. I licei classico e scientifico, da qualche anno radunati sotto la stessa dirigenza scolastica, hanno già convocato il loro comitato quattro volte, come spiega il preside Roberto Gaudio: «Una prima bozza dei criteri di assegnazione è già stata elaborata e sottoposta al collegio docenti. Ora siamo in attesa che anche gli insegnanti presentino eventuali proposte o suggerimenti. La nostra intenzione è premiare la professionalità e le eventuali polemiche contro la tanto contestata legge 107 dovrebbero restare quindi solamente sul piano politico».
Liceo Morin. Anche allo scientifico della Gazzera, stando alle dichiarazioni del dirigente scolastico, Andrea Buzzelli, il comitato ha già iniziato i lavori, cominciando a stilare i propri criteri, ma in assenza di quantità precise è impossibile procedere con le ripartizioni: «Sembra che i fondi varieranno a seconda delle dimensioni dell'istituto e del numero dei suoi iscritti, ma finché non sappiamo l'esatto quantitativo è impossibile definire un elenco di priorità».
Gritti e Foscari. I due istituti superiori ad indirizzo Turistico e Commerciale della terraferma, invece, non hanno ancora convocato il loro comitato di valutazione (comunque già eletto) e la preside Emanuela Cecchettin si muove con la massima prudenza: «Il terreno è complesso, già prevediamo molti aggiustamenti in corso e ci stiamo preparando per procedere in maniera più rapida possibile. Abbiamo già preparato alcune simulazioni di calcolo, ma non sono sufficienti: quello che serve è una cifra esatta, senza la quale è impossibile dare la precedenza ad un aspetto della didattica piuttosto che ad altri».
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