Precipita dal sentiero, muore a 47 anni
Chiara Locchi, di Zelarino, era attesa al rifugio Falier. L’hanno trovata le squadre di soccorso nella notte tra lunedì e ieri
È scivolata e precipitata per una trentina di metri battendo sulle piccole rocce sottostanti. Chiara Locchi, 47enne di Mestre e residente a Zelarino, maestra di karate, è morta lungo il sentiero che dal rifugio Contrin porta al Passo dell’Ombrettola. Doveva arrivare al rifugio Falier, nella zona bellunese, alla base della parete sud della Marmolada, dove aveva prenotato per passare la notte, guardare sorgere il sole l’indomani dalla “parete d’argento”, e ripartire.
Il tragico incidente, lunedì nel pomeriggio quando nella zona c’erano poca visibilità, per la nebbia, e almeno 30 cm di neve. Il suo corpo è stato individuato nella notte tra lunedì e ieri.
L’allarme per il mancato arrivo della escursionista, l’hanno dato proprio dal rifugio il gestore Dante Del Bon e un conoscente della 47enne, un vecchio compagno di scuola delle medie che Locchi aveva trovato il venerdì prima in un supermercato della Bassa e che, a sorpresa, era salito al rifugio per incontrarla. La donna quel giorno gli aveva raccontato dell’escursione, invitandolo a farla insieme ma l’uomo in un primo momento le aveva risposto che non se la sentiva, salvo poi decidere all’ultimo momento di partire alla volta del Falier, via Malga Ciapela, lasciando a Chiara Locchi l’eventuale sorpresa di trovarlo già lì.
Chiara Locchi al Falier non è mai arrivata lunedì sera: le squadre del soccorso alpino dell’Alta Val di Fassa hanno localizzato il suo corpo senza vita poco prima dell’una della notte tra lunedì e ieri. Dal versante bellunese erano partite anche le squadre del Cnsas della Val Pettorina. L’escursionista mestrina è stata rinvenuta lungo il sentiero che dal Contrin porta a Passo dell’Ombrettola, a quota 2570 metri. Questo grazie alla geolocalizzazione del cellulare che ha agganciato l’ultima cella a Pozza di Fassa, in comune di Canazei. Si ipotizza che Chiara Locchi sia scivolata a causa della neve fresca, facendo un volo sulle roccette sottostanti di circa 30 metri, che non le ha lasciato scampo. Nella zona poi doveva esserci anche un po’ di nebbia che deve aver complicato l’escursione della donna, rendendole dubbio l’orientamento.
Locchi aveva prenotato al rifugio Falier per pernottare lunedì. Era salita dalla zona trentina: la sua auto era ad Alba di Canazei e dunque aveva intrapreso l’escursione per arrivare al rifugio. Dal punto in cui è stata ritrovata, avrebbe dovuto percorrere ancora un’ora e mezza circa per raggiungere la sua meta. E i due uomini al rifugio, non vedendola arrivare hanno dato l’allarme: «Non so se per lei fosse la prima escursione, ma quello che voleva fare non era facile perché c’era una trentina di cm di neve» racconta Dante Del Bon, il gestore del rifugio. «Aveva prenotato domenica da casa e sarebbe arrivata lunedì: mi aveva detto che avrebbe effettuato questa gita e che sarebbe venuta qui a dormire per poi tornare nella zona trentina. In tanti prenotano e poi non vengono, non è che tutte le volte mi allarmo, ma in questa occasione ho dato l’allarme: la nebbia, il percorso lungo, la neve, poi la signora era da sola... e allora ti viene il dubbio. Dai calcoli che avevo fatto sarebbe dovuta arrivare verso le 18.30-19: era ancora chiaro».
La salma è stata recuperata ieri mattina dall’elicottero di Trentino Emergenza con un verricello e trasportata in camera mortuaria a Canazei. Sulla Marmolada albeggiava.
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