Pranzo al sacco contro il caro mense a scuola
MESTRE. Per adesso è solo un pranzo al sacco, ma se l’amministrazione comunale non ripristinerà il buono mensa al costo iniziale, allora la protesta di oggi nelle scuole di Mestre, Marghera, Zelarino e Chirignago, potrebbe diventare uno sciopero del panino il 25 febbraio. Non è una minaccia, ma la presa di posizione forte dei Comitati Genitori che non si sono arresi all’aumento del buono pasto di 40 centesimi e nemmeno alle promesse che dicono che aveva fatto il sindaco Luigi Brugnaro nel corso della campagna elettorale. Un aumento che in un anno diventa di 40 centesimi che in un anno fanno 80 euro a bambino e che, sommati ai 200 euro del pulmino per i soli mesi scolastici, diventano 280. Troppo per chi ha un salario minimo e più di un figlio da mantenere. Un assaggio della volontà di ripristinare il costo mensa a com’era prima dell’aumento di Vittorio Zappalorto (da 3.85 a 4.25 per le elementari e da 3.80 a 4.20 per le materne), lo si avrà questa mattina.
«Abbiamo fissato come inizio sciopero il 25 febbraio – ha detto uno dei portavoce dei genitori, Nicola Bon – perché se in queste due settimane l’amministrazione vuole incontrarci e aprire un dialogo serio, noi siamo pronti a ritirare la protesta». In realtà un dialogo era iniziato, ma poi prima di Natale si era interrotto per non essere più ripreso, nonostante le molte richieste inviate dai genitori. «La qualità dei pasti non è migliorata – ha detto Bon a nome di tutti – e quando avevamo chiesto un preventivo per i centri estivi ci avevano detto che sarebbe stato 3.85 e allora perché adesso abbiamo ancora 4.25?». I genitori ricordano al Sindaco che in campagna elettorale si era premurato di firmare un patto con i cittadini elettori per riportare il costo dei buoni a quello iniziale.
L'articolo e le reazioni sul giornale in edicola e nell'edizione web in abbonamento
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia