Povertà, richieste di assistenza triplicate
Nuove povertà, triplicate in un anno le richieste ai servizi sociali. Da meno di 448 a gennaio a 1291 a novembre. E sono stati erogati 400mila euro per garantire il minimo vitale e, con 60 sfratti esecutivi. Il bilancio dei primi sei mesi di gestione è allarmante.
Nota positiva e incoraggiante, l'apertura dello sportello lavoro che ha già accolto 77 richieste. «Ci troviamo ad affrontare nuovi bisogni avendo ereditato un sistema con risposte vecchie, per mancanza di personale e per il bisogno di un'organizzazione diversa», spiega l’assessore delegato, Maria Grazia Murer, «nell’immediato futuro è previsto che due appartamenti comunali serviranno, l’uno per uomini e l’altro per donne, come foresteria gestita da un’associazione di volontariato per chi si trovasse senza casa per un breve periodo. Ereditate anche le proroghe per l'affidamento del servizio in custodia dei cani abbandonati e per la gestione dell’asilo nido. In entrambi i casi bandite le nuove gare».
L’afflusso ai servizi sociali in novembre, ultimo dato disponibile, è dovuto alla scadenza di due bandi regionali per l’erogazione di fondi per emergenza sociale, cui hanno aderito 237 persone, e per prestiti a famiglie monoparentali, con 9 richieste. C’è però un trend costante per tutto l’anno, passando da medie di gennaio sotto le 500 richieste al punto di non scendere mai sotto le 1000 richieste mensili. Ad agosto, con gli uffici parzialmente chiusi per ferie, ha superato di un centinaio di unità quello iniziale di gennaio.
«Gli ultrasettantenni, 10 anni fa, erano 700, oggi sono 1300- dice l’assessore - con Asl, Auser e l'associazione malati di alzheimer abbiamo partecipato a un bando per un centro sollievo per ospitare alcune ore al giorno le persone con demenze senili. In netto aumento le richieste legate alla gestione domiciliare di anziani non autosufficienti mentre è in calo la richiesta di inserimento in strutture a causa dei costi: spesso poi la pensione di un anziano in casa fa comodo». Un territorio come il Basso Piave non è abituato a questa situazione che è andata peggiorando anche in estate senza sbocchi per gli stagionali. (g.ca.)
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