Poveglia della discordia Brugnaro ricorre al Tar
VENEZIA. Poveglia per tutti? Non la pensa così il veneziano Luigi Brugnaro, patron dell’Umana, che sembra non aver digerito il secco no del demanio per la proposta lanciata all’asta a offerta libera di 513 mila euro per l’acquisto di Poveglia. «In riferimento alla vicenda che riguarda l'isola di Poveglia nella laguna di Venezia, il Gruppo Umana - scrive in una nota l'azienda di Brugnaro - rende noto di aver dato mandato ai propri legali di presentare ricorso al Tar avverso la decisione assunta dal Demanio sulla non congruità dell'offerta presentata per l'aggiudicazione dei diritti di superficie». Gli scenari che si aprono adesso rischiano di mandare all’aria sia i progetti dell’associazione “Poveglia per Tutti”, che quelli che avrebbero potuto nascere da un accordo tra Demanio e amministrazione locale o ministeriale. Il tempo dei procedimenti giudiziari rischia infatti di essere lungo e logorante. Per legge infatti l’imprenditore veneziano ha 60 giorni di tempo per presentare il ricorso al Tar, esclusi i 45 giorni di sospensione feriale che va dal primo agosto al 15 settembre. Quindi il ricorso potrebbe arrivare entro il 25 settembre circa. Successivamente si aprono due possibilità: il primo step potrebbe essere la richiesta di un’istanza cautelare di sospensiva. In questo caso il Tar deve valutare se il ricorso è fondato e se il no crea un danno all'offerente (Brugnaro). Se il Tar ritiene che ci sia una minima fondatezza potrebbe congelare ogni procedura e bloccare qualsiasi trattativa alternativa, come l’ipotesi che “Poveglia per tutti” ne chieda la concessione tramite il Mibac. Il secondo step, se viene accettato il ricorso, è l’udienza di merito, in cui i giudici si pronunciano sulla questione, ma in questo caso i tempi non sono inferiori all’anno. Non è detto che Brugnaro presenti l’istanza di sospensiva, ma questa rimane pur sempre per l’imprenditore un asso nella manica da giocare, nel caso in cui avesse il sentore che Poveglia potesse essere concessa ad altri. L’Umana non ha dato altri elementi per fare un’analisi più concreta dei documenti, ma ha fatto sapere che vale quello Brugnaro ha detto in conferenza stampa, ovvero che lui ha i soldi per il restauro, stimati sui 20 milioni e che questa era la conditio sine qua non per ricevere la concessione di Poveglia. Anche da Roma non vengono rilasciate altre dichiarazioni se non quella che la Commissione di Congruità non ha ritenuto validi i 513 mila euro. La battaglia si sposta quindi sul campo dei cavilli giudiziari, riportando Poveglia nella dimensione del sogno e non più della realtà.
Vera Mantengoli
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