Poste, estate a singhiozzo ecco lo stato di agitazione

D’estate, si sa, i problemi con la posta aumentano: lettere in ritardo, pacchi che non arrivano, a volte errori nella distribuzione. Il motivo? Ci sono le ferie, il personale scarseggia e a volte si ricorre a lavoratori a tempo determinato senza alcuna esperienza.
Bene, su questo fronte l’estate appena cominciata promette di essere fra le più “calde” di sempre. Come denuncia la Cgil regionale infatti, in Veneto, a fronte di un organico limitato, circa tremila portalettere, per questi mesi l’azienda ha previsto di assumere, a tempo determinato, 143 lavoratori, che nel nostro territorio si traducono in alcune decine di postini provvisori. Un numero nettamente insufficiente a coprire il servizio, dice il sindacato, che dunque prevede disagi e problemi per l’utenza. Non solo per quanto concerne il recapito della posta, ma anche per la “sportelleria”, che oltre ad accogliere gli utenti si occupa pure di servizi commerciali e di consulenza. Qui non sono previsti inserimenti estivi, dice la Cgil, ma solo una riduzione degli sportelli con interventi di chiusure di turni e aperture di uffici a giorni alterni.
Sul fronte postale insomma, c’è da attendersi per questa estate disagi particolari anche perché il malumore dei rappresentanti dei lavoratori si traduce in una protesta articolata decisa ieri dopo un’assemblea che si è svolta nella sede di via Torino. In pratica, a partire dal 23 luglio, se non si avranno risposte dall’azienda, si partirà con uno sciopero degli straordinari per un mese intero ma che potrà protrarsi anche fino a settembre. Inoltre, stop alla flessibilità operativa, quella che dovrebbe essere utilizzata per coprire brevi periodi di malattia ma che invece, denuncia la Cgil, serve spesso per integrare l’organico in ferie. «Per il recapito», spiega Salvatore Affinato, coordinatore regionale Poste-Cgil, «con 143 assunzioni a tempo determinato in tutto il Veneto, si pensa di sostituire le assenze per ferie estive dei quasi tremila portalettere della regione, quando non bastano nemmeno a coprire le carenze strutturali. Non passa giorno senza che i quotidiani locali dedichino attenzione al recapito postale, oggi per un territorio, domani per un altro, prestando ascolto alle giuste lamentele di disservizi, periodi di mancata consegna della posta, ritardi inaccettabili. Oltre a creare disagio agli utenti, questo aspetto mette a repentaglio la tenuta del servizio, e dunque dei posti di lavoro, a fronte di una concorrenza agguerrita».
« Anche per quanto riguarda la sportelleria», continua il rappresentante sindacale, «il problema fondamentale è l’insufficienza dell’organico, prodotta nel tempo da un sistematico processo di svuotamento, accompagnato dal continuo inserimento di nuovi servizi e prodotti, cui ha sempre fatto fronte la straordinaria buona volontà dei lavoratori, capaci di smaltire qualsiasi coda».
Insomma, il sindacato dissotterra l’ascia di guerra pronto ad azioni di lotta che, a dire il vero, potrebbero comunque creare ulteriori disagi agli utenti. In ogni caso la Cgil all’interno della Poste venete ha il 20% degli iscritti e per ora è l’unica siglia sindacale a indire lo sciopero. «Ma siamo pronti a rivedere qualche punto se ci sarà una adesione unitaria», conclude Affinato. «E comunque all’assemblea di oggi (ieri, ndr) non c’erano solo iscritti Cgil».
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