Poste, caos e proteste nell’ufficio del Lido «Disagi intollerabili»

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Lunghe code all’aperto, attese al freddo, carenza di personale e tanto nervosismo. Sono state giornate di tensione, quelle vissute all’esterno degli uffici di Poste Italiane in via doge Michiel, al Lido. L’apice sabato scorso, quando è stato addirittura richiesto l’intervento dei carabinieri per sedare un litigio (con tanto di offese documentate in video) ai danni della direttrice dell’ufficio. Proteste continuate fino a ieri e che, in realtà, proseguono dallo scorso marzo e cioè dall’inizio dello scoppio della pandemia. Quando, per evitare il rischio contagio, è stato imposto negli uffici il numero contingentato. Ma anche alla riduzione degli orari d’apertura. Così, sabato scorso, la miccia è stata fornita da un dipendente lidense spedito a Burano per coprire un collega in malattia. Tradotto: solo due sportelli attivi.
Apriti cielo. La situazione, però, non è migliorata negli ultimi giorni. Tanto che il Caal ha preso carta e penna e ha scritto a Poste Italiane denunciando la carenza di personale negli uffici del Lido: «Il protrarsi del disservizio agli sportelli postali dell’isola è diventato ormai intollerabile». Per gli ambientalisti, i problemi riguardano «in particolare gli anziani in coda, in piedi, all’aperto, anche per lungo tempo in una stagione non favorevole».
Quello che servirebbe, si legge ancora nella lettera, è un qualche conforto per quanti aspettano all’esterno (magari delle panchine, su cui però la decisione non spetterebbe a Poste). Oltre, chiaramente, a rinforzare il personale. Sulla questione, anche il presidente di Municipalità Emilio Guberti ha chiesto chiarimenti all’azienda, soprattutto per quanto riguarda i ridotti orari di apertura: «È giusto, visti i tempi, ridurre il numero di persone negli uffici, ma sarebbe più utile spalmarle nell’arco della giornata».
Solidarietà ai dipendenti del Lido è arrivata anche da Salvatore Esposito, referente territoriale di Slc-Cgil. Secondo cui, però, ora servono misure urgenti: «Limitare a solo due unità il personale addetto ai pagamenti non può non generare casi di protesta. Per due giorni consecutivi i Carabinieri sono stati costretti a recarsi davanti all’ufficio per calmare gli animi. Comprendiamo il disagio della clientela di Poste che invitiamo ad intervenire affinché si rafforzi l’organico».
Poste Italiane, dal canto suo, fa sapere che la carenza di personale c’entra poco o nulla con la possibilità di entrare negli uffici («separati con pannelli di plexiglass fin da marzo»). All’interno, c’è comunque l’obbligo del distanziamento. Il casus belli di sabato scorso, invece, è stato solo «un’eccezionalità dovuta a un’emergenza». E per favorire lo smaltimento delle code l’invito dell’azienda è di prenotarsi con il servizio via whatsapp (questo il numero: 371.5003715). O in alternativa, «prendere in considerazione anche gli altri uffici»: al Lido, ma anche a Venezia. —
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