Postamat svuotati con la “lingua di drago”
FIESSO D’ARTICO. La tecnica è stata già usata in Piemonte, ma nel Veneziano è una novità assoluta.
Rubare soldi dai bancomat delle Poste utilizzando una “lingua di drago”, una barra di ferro che inserita all’interno dello sportellino che eroga i contanti, ne blocca la fuoriuscita e consente togliendolo, grazie a due morsetti che trattengono le banconote, una vera “caccia grossa” di denaro contante. Seicento e cinquanta euro dovevano fruttare solo le due manomissioni scoperte ai danni dei Postamat degli uffici postali di Fiesso d’Artico e Fossò dai carabinieri della Compagnia di Chioggia che sotto la guida del capitano Antonello Sini hanno condotto l’indagine assieme ai comandanti Mazzanti e De Marco delle stazioni di Vigonovo e Stra. L’operazione sabato sera ha portato all’arresto dei tre giovani che l’avevano architettata.
Si tratta di una banda di rumeni, residenti da anni a Stra. I loro nomi: Mihail Ovidiu Tanasa, 33 anni; Andrei Varzaru di 25 e il coetaneo Flavius Titel Stanciu. Solo uno risulta avere un lavoro.
Sono finiti tutti e tre in carcere a Venezia con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata ai furti. Di più: si ritiene che gli stessi siano gli autori di numerosi altri furti messi a segno con questa insolita modalità, sia in vari Comuni della Riviera del Brenta (si parla già di una decina di colpi) che nella vicina Provincia di Padova. Le indagini sono ancora in corso e sono partite una ventina di giorni fa dalle segnalazioni di alcuni direttori degli uffici postali della Riviera del Brenta. Diversi correntisti avevano reclamato perché i Postamat non emettevano le banconote. E dalle verifiche delle stazioni di Vigonovo e Stra si è arrivati a intuire che i malviventi usavano lo stratagemma delle “lingue di drago”, dal nome del dispositivo trovato in una analoga indagine in Piemonte. Sono state esaminate le immagini a circuito chiuso degli uffici postali e si è capito che si era davanti a una banda di ladri dell’Est Europa. E gli sportelli Atm degli uffici postali, compresi quelli già colpiti, sono diventati osservati speciali.
Così sabato scorso verso le 21 un’autovettura Alfa 156 con tre giovani a bordo è arrivata allo sportello di Fiesso. Uno è sceso per recarsi al bancomat, gli altri facevo da palo. L’uomo ha prelevato 20 euro con una carta postamat, ha inserito la “lingua di drago” nella fessura e se ne è andato con i complici. Verso le 23 la banda è tornata per “raccogliere” il bottino ma si sono trovati davanti ai carabinieri. Due sono stati immobilizzati subito, il terzo è scappato ma è stato poi rintracciato e anche lui arrestato. In casa a Stra in via Bevilacqua sono stati trovati pezzi di metallo utilizzati per forgiare le trappole “mangia soldi”, banconote, carte Postamat, cellulari.
A Fiesso il colpo avrebbe fruttato 150 euro, a Fossò ben 500. I tre agivano a volto scoperto, senza timore di essere notati, tanto passavano per clienti qualsiasi. In alcuni uffici hanno colpito più volte. La trappola consentiva incassi ingenti: anche 1.500 euro al giorno.
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