Post razzista contro un bambino «Io e mio figlio abbiamo paura»
«Mio figlio ha paura, e anche io sono preoccupata». Parla la mamma del bambino straniero che è stato ritratto nella pagina Facebook del vicegovernatore Gianluca Forcolin, offeso e minacciato dai commenti e i post. «Voglio tutelare mio figlio», dice assistita dall’avvocato Giacomo Nordio, «da questa nuova campagna mediatica. Ci sono ancora persone che vogliono fare del male a mio figlio perché non capiscono che è solo un bambino. Sta ricominciando l’odio verso di lui e nessuno sta facendo niente per impedirlo. Forcolin scrive di continuo su Facebook e parla tutti i giorni sui giornali, ma non ha scritto o detto una parola per difendere mio figlio e dire che tutto questo odio è una cosa sbagliata. Non basta una stretta di mano in privato o cancellare un post per fermare queste persone, Forcolin deve prendere pubblicamente posizione e dire con chi sta».
Forcolin non retrocede di un passo. «Pensavo che la vicenda fosse stata archiviata già a luglio», dice, «ma non avevo tenuto conto delle fantasie di un giovane legale che ha pensato bene di poter ottenere visibilità personale grazie al mio ruolo istituzionale. Il suo è opportunismo mediatico per finire alla ribalta delle cronache, guadagnando quella visibilità gratuita che evidentemente fatica a trovare nell’attività professionale ordinaria. Ringrazio l’avvocato per la solerzia e tempestività con la quale segue il mio profilo Facebook privato e non la pagina del politico, evidentemente anche il tempo libero non gli manca. Ma vorrei chiudere definitivamente questa telenovela. Un cruccio mi resta: se tutto era imperniato, durante la vicenda di luglio, attorno alla foto di un minore e disabile (questo si è saputo solo dall’avvocato) buttato in pasto a commenti che potrebbero averlo, a suo dire, turbato profondamente, cosa ci dice oggi che da giorni la stessa foto è sbattuta sulla stampa di qualche quotidiano a fianco della sua? Per la promozione mediatica non bastava la foto dell’avvocato? Chi ha tutelato il minore in questi giorni? Non vi è nessun problema per il ragazzo, e la mamma si sente tutelata da questa anomala difesa? Alla mamma chiedo invece come abbia potuto lasciare libero di girovagare per la piazza e di farsi liberamente un bagno, un ragazzo minore e disabile».
«Fosse stato di qualcun altro magari si sarebbe già mosso il tribunale dei minori per abbandono. Inviterei il suo legale a focalizzare su questo tema l’attenzione, invece di speculare a proprio vantaggio su un argomento che ritengo concluso. Al ragazzo, che spero venga seguito maggiormente dalla madre, auguro ogni bene, in quanto non era certo lui l’oggetto della vicenda, ma la situazione di degrado ed il malessere di una città, sempre più abbandonata da questa amministrazione».
Giovanni Cagnassi
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