Possibilità di lavoro in zona stop all’infermiere migrante

Solo quattro domande, dopo tre anni non sarà fatta la selezione di personale da parte di strutture straniere. Schiavon (Ipasvi): «Però siamo lontani dal risolvere il problema del mancato turn over»
SCATTOLIN MESTRE 22/06/2007 Policlinico San Marco..© Bertolin M.
SCATTOLIN MESTRE 22/06/2007 Policlinico San Marco..© Bertolin M.

Gli infermieri veneziani finalmente trovano lavoro sul territorio e non sono più costretti a migrare all'estero. È quanto ha annunciato ieri l'Ipasvi, l'organo regionale che rappresenta la categoria, visto che dopo tre anni non saranno più fatte selezioni di personale da parte di strutture straniere.

Una boccata di ossigeno per il mondo infermieristico, anche se si è ancora ben lontane dal risolvere il problema. Va infatti ricordato che in Veneto sono 34 mila gli iscritti all'Ipasvi presieduta da Luigino Schiavon, 6.600 solo in provincia di Venezia. Nell'ultimo triennio prima i tedeschi e poi gli inglesi sono calati in città per selezionare personale già formato, ma che non riusciva a trovare una collocazione nelle strutture territoriali. Così solo l'anno scorso 98 ragazzi sono andati a lavorare a Preston in Inghilterra, sui 100 che si erano presentati alle selezioni nella sede Ipasvi di Mestre. «Quest'anno non si farà più», conferma Schiavon, «perché solo quattro candidati si sono fatti avanti e il divario rispetto a un anno fa mi pare evidente. Cosa significa tutto ciò? Che qualcosa finalmente si sta muovendo e che gli infermieri che si diplomano hanno la possibilità di iniziare un percorso lavorativo e formativo vicino a casa o comunque in Italia. Ci sono concorsi e selezioni, anche se si è ben lontani dal risolvere il problema: manca il turn over effettivo negli ospedali e non si sblocca l'ampliamento delle piante organiche nel settore pubblico. Senza calcolare il mancato rispetto delle direttive europee con il personale costretto a turni massacranti».

Schiavon ieri era al Policlinico San Marco per fare il punto della situazione e anche per premiare un progetto realizzato proprio dal personale infermieristico della clinica di via Zanotto. Sono stati così consegnati due computer portatili e materiale informatico per un valore di 3 mila euro, che il personale del reparto di Medicina e Geriatria potrà utilizzare per migliorare ancor di più l’attuazione del progetto stesso. «Si tratta di cambiare mentalità e migliorare il rapporto con il paziente», commenta Renzo Malatesta, direttore sanitario del Policlinico San Marco. «Con maggiori attenzioni, più controlli e un cambio di marcia si può fare ancora di più e rendere migliore il periodo di cura del paziente, ma anche lavorare in condizioni di maggiore qualità. Si è fatta fatica all'inizio perché i cambiamenti non sempre vengono accettati da tutti, ma i risultati si stanno vedendo».

I premi sono andati a Matteo Sanavia, Inis Vrushio e Giacomo Messulam che hanno portato avanti il lavoro. Intanto, l'Ipasvi ha annunciato che nei prossimi mesi - dopo i fatti avvenuti a Vicenza - ci sarà un richiamo al corretto uso dei social network e delle chat sul posto di lavoro, nel massimo rispetto dei pazienti sul posto di lavoro.

Simone Bianchi

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia