Positiva alla cocaina, genitori dal giudice
VENEZIA. Sono arrivati negli uffici della Procura di Venezia in piazzale Roma nel primo pomeriggio, convocati in un orario in cui i corridoi del tribunale lagunare sono quasi deserti, in modo da evitare di essere visti. Qui sono stati interrogati dal pubblico ministero Raffaele Incardona. Erano accompagnati dal loro legale, l’avvocato Matteo Mion, che non è però entrato nell’ufficio del magistrato: la madre e il padre della neonata di un mese e mezzo, arrivata in ospedale con un profondo tagli alla lingua e risultata positiva alla cocaina, sono stati infatti sentiti come persone informate sui fatti.
Il sostituto procuratore veneziano ha aperto sì un fascicolo per il reato di maltrattamenti contro la minore, ma nei confronti di ignoti. Evidentemente ipotizza che un reato sia stato commesso, ma non ha elementi per sostenere chi possa essere stato. Tra l’altro, c’è la certezza che il padre, al momento del fatto, il 24 febbraio scorso, neppure fosse in casa: si trovava al lavoro, ben lontano dalla sua abitazione, dove invece c’erano la moglie assieme alla figlioletta. Trattandosi di deposizioni di testimoni, sono coperte dal segreto e l’avvocato non ha potuto prendere visione del verbale dell’interrogatorio, ma si è limitato a parlare con la coppia.
I genitori probabilmente hanno sostenuto quello che da giorni continuano a ripetere essere stato un incidente: alle 10.45 del 24 febbraio, il padre avrebbe ricevuto una telefonata dalla moglie che gli riferiva come la bimba fosse caduta dal trasportino battendo il mento a terra e pizzicando tra le gengive la lingua insieme alla cerniera della tutina invernale. E proprio la cerniera le avrebbe causato il taglio profondo. Pochi minuti dopo - alle 11.09 - madre e figlia erano già al pronto soccorso pediatrico dell’ospedale vicino a casa. I medici avevano prestato le prime cure alla neonata e l’avevano poi trasferita a Padova dove, nel pomeriggio, era stata trasfusa e suturata.
Per i medici, però, quella ferita alla lingua non era compatibile con l’incidente: di qui la segnalazione alla Casa del bimbo maltrattato. Nel frattempo la bimba era stata sottoposta ad altri accertamenti che avevano rilevato la positività alla cocaina; i test su capelli e urine dei genitori avevano invece dato esito negativo. Mamma e figlia sono rimaste ricoverate da allora in Pediatria, nonostante le richieste di poter tornare a casa avanzate anche tramite il legale della famiglia.
Poi è arrivato il contestato provvedimento del tribunale per i minori di Venezia che ha sospeso in via cautelativa la potestà dei genitori: la mamma e la bimba sono ora affidate a un comunità specializzata, mentre il padre, che nulla ha che fare con la vicenda visto che si trovava lontano chilometri, la può vedere soltanto un’ora al giorno.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia